Un’occasione per proporre a livello nazionale le eccellenze e la forza dei nostri territori
Dopo la giornata dedicata all’adozione dell’Arena dello Stretto, un altro momento clou è stato l’itinerario della “Costa Viola: lungo il Tracciolino della bellezza”, un’occasione per proporre a livello nazionale le eccellenze e la forza dei nostri territori accomunati ad altri, in molti casi con qualche chance in più, dalla voglia di scommettere sulle proprie qualità ambientali-storico-culturali e di farsi promotori di un cambiamento sostenibile e di qualità attraverso esperienze innovative e di green economy. È stato un serpente colorato immerso nel verde di una vegetazione straordinariamente ricca e variegata quello a cui hanno dato vita nella mattinata di domenica i quasi duecento escursionisti di Legambiente di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e di Bagnara, dell’Associazione “Sei di Palmi se…” e di tanti amanti della natura, che partendo dal Centro Presenza “Ambesi” dei Piani della Corona hanno percorso il sentiero del Tracciolino che si snoda a mezzacosta, per lunghi tratti a strapiombo, tra il Monte Sant’Elia (579 mt) e il Tirreno, giungendo dopo sei chilometri accanto al Campo Sportivo di Palmi. È stata un’occasione per godere di un paesaggio naturale unico, certamente tra i più accattivanti d’Italia, immergersi nella natura e raggiungere con lo sguardo scenari di grane suggestione, dalla costa allo Stretto e, girando lo sguardo, all’Aspromonte. Il sentiero del Tracciolino, antica via di collegamento tra Palmi e Bagnara, dovrebbe essere presto sistemato e riqualificato fino ai Piani della Corona al servizio dell’ecoturismo grazie al progetto “Le terre della Fata Morgana” finanziato dall’U.E. Legambiente, nell’occasione, raccogliendo le preoccupazioni del Club Alpino Italiano e di altre associazioni escursionistiche, ha chiesto che venga verificata la qualità e compatibilità del progetto e che venga inclusa la sistemazione e attrezzatura del sentiero fino a Bagnara, recuperando somme precedentemente distratte da questo comune, a favore interventi estranei.
A concludere la giornata, nel Porto di Bagnara la visita a una delle ultime feluche o passarelle, le tradizionali imbarcazioni per la pesca del pescespada. È stato così possibile accostarsi, grazie anche alla narrazione del pescatore proprietario e del Comandante Gioffrè, bagnarese noto uomo di mare, all’antica tradizione siciliana e calabrese della pesca del pesce spada, prima che questa venisse spazzata via dall’avvento delle micidiali reti pelagiche, le così dette spadare. Le feluche chiamate, nella variabile a motore anche “passerelle”, con un’alta torre per l’avvistamento del pesce e una passerella per l’arpionaggio , sono imbarcazioni garanti di una pesca eco-sostenibile ed equilibrata, l’unica secondo l’Unione Europea, come sottolinea Legambiente che andrebbe consentita nella caccia al pescespada. Le passarelle potrebbero essere utilizzate anche come formidabili strumenti per la pesca turismo, utile per integrare il reddito dei pescatori e per favorire lo sviluppo di nuova economia e posti di lavoro, legati a una straordinaria e antica tradizione.