“La rete oncologica calabrese, sia relativamente al destino della Fondazione Campanella, sia per quanto riguarda i reparti e le divisioni di radioterapia, è assolutamente insufficiente, rappresenta uno dei dati di immigrazione più rilevanti e presenta aspetti etici da affrontare con determinazione”. È quanto afferma in una nota il coordinamento regionale Ncd Calabria. “Bene l’acquisto delle due Pet che sono fondamentali per la diagnosi – prosegue la nota- ma bisogna ridefinire la rete di assistenza, cacciando fuori i mercanti dal tempio. È necessario predisporre una continuità assistenziale domiciliare che preveda -continua la nota- la somministrazione delle terapie possibili a casa del paziente. Insieme al Policlinico universitario bisogna poi definire le aree chirurgiche da implementare-continua Ncd- pensando ovviamente a tutti quei cittadini che non hanno la possibilità economica o culturale di curarsi nelle strutture di eccellenza del resto del Paese. In questa branca medica ancor più che nelle altre- conclude la nota di Ncd- i mercanti vanno cacciati senza se e senza ma: chi specula sui bisogni di un paziente oncologico non merita alcun rispetto”.