Sindaco, Arcivescovo e Talebani

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Reggio, spunti di riflessione dopo le polemiche tra l’Arcivescovo Morosini e il Sindaco Falcomatà

morosinidi Kirieleyson – Una ‘ennesima polemica si è innescata dopo il discorso dell’arcivescovo di Reggio che aveva espresso il pensiero che un’Amministrazione comunale non potrebbe,  da una parte, essere  partner nell’organizzazione delle Festa di Madonna e, dall’altra, tenere il registro delle  unioni civili.

Il Sindaco ha risposto con una civilissima nota, ineccepibile nel contenuto e nella forma, con la quale ha difeso l’operato dell’Amministrazione ed ha definito che le unioni civili sono “un’opportunità, per garantire a tutti il diritto di vivere con dignità la propria condizione civile e sociale, sotto la tutela delle istituzioni che hanno il dovere di garantire ad ognuno un pari trattamento di fronte alla legge”.

Sindaco FalcomatàSe poi, in questa storia, c’è stato un mancato rispetto dei ruoli, di certo ciò non è avvenuto da parte del Sindaco. Io ritengo che ognuno, in una società civile,  nel rispetto degli altripuò e deve essere libero di vivere come ritiene opportuno. Credo ancora che garantire ciò sia un obbligo per qualsiasi società civile e che questo diritto vada strenuamente difeso.

Nella circostanza, Il Sindaco ha ribadito la difesa dei diritti  di cui una fascia di cittadini finora non poteva godere.

Personalmente non vado alla processione, né a messa. Ciò nonostante non mi è mai passato per la testa che si debba vietare la processione o la messa. Inoltre, non  andando alla processione o a messa non ledo alcun diritto altrui. E tutti quelli che invece  vogliono andarci, sono liberi di farlo.

morosini

E allora, se due persone desiderano vivere insieme ed avere gli stessi diritti che lo Stato concede alle coppie sposate,  a chi, quei due, possono dare fastidio? E se poi i due sono dello stesso sesso? La logica e la tolleranza direbbero:  a nessuno.

No, invece quelli danno fastidio agli integerrimi difensori della tradizione (i Talebani nostrani). Questi, come i Talebani,  danno per scontato il fatto che essi stessi possano esercitare i propri diritti, ma negano la possibilità che altri, che la pensano diversamente, possano esercitare i propri. La loro giustificazione, come lo è per i Talebani, è sempre di natura mistica e divina: la salvaguardia  delle tradizioni. L’imprimatur che si attribuiscono è sempre quello che essi sono gli unici depositari della verità. E la paura che intendono traferire nella gente  è sempre la stessa: l’avvento di  disastri sociali.

Senza andare lontanissimo nel tempo, negli anni settanta in Italia fu introdotto il divorzio. Cattolici e destra vollero un referendum perché non si potesse più divorziare. La giustificazione a suffragio dell’abolizione del divorzio era il fatto che, con il divorzio, si sarebbero rovinate le famiglie. Gli Italiani risposero con una valanga di NO.  E tanta gente si è potuta rifare una famiglia (compresi quelli che vollero il referendum).

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