Sanità, la voragine dell’Asp di Reggio Calabria: fatture non pagate per 396 milioni di euro!

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 Ammonta a 395,9 milioni di euro il totale dei debiti verso fornitori, non accoppiati a fattura, che gravano sulle casse dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Un “buco nero”, secondo il commissario ad acta per il rientro dal deficit sanitario, Massimo Scura, su cui dovra’ fare luce una task force chiamata ad occuparsi di un fenomeno che si traduce un contenzioso molto oneroso per le casse della Regione. La decisione di nominare la task-force e’ stata illustrata ai giornalisti, a Catanzaro, dallo stesso Scura e dal sub Commissario Andrea Urbani. Il gruppo sara’ guidato da un esperto esterno, Pietro Evangelista, che, per la ricostruzione del puzzle, sara’ coadiuvato da professionisti interni ed esterni. “Abbiamo ritenuto, d’accordo con il nuovo commissario straordinario dell’Asp reggina, Santo Gioffre’ – ha detto Scura – di nominare questo gruppo dopo avere constatato che, ormai da molti anni, la contabilita’ dell’Asp reggina e’ completamente fuori controllo. Il che significa che quando si vanno a mettere dei dati non si sa a che cosa ci si riferisce. In altre parole: si sa che si e’ pagato un tot ma non si sa con precisione a quali fatture corrisponde questa somma. Tutto questo potrebbe fare succedere, come e’ successo, che si sia pagata due volte la stessa fattura”. “Un fenomeno molto delicato – ha aggiunto Scura – anche da un punto di vista penale, e quindi personale, perche’ siamo arrivati al punto che la struttura preposta, con tanto di dirigenti della Ragioneria di bilancio dell’Asp reggina, a un certo punto, non ha piu’ fatto il suo mestiere e si rifiuta ancora di farlo. Questo ha comportato che non sono state piu’ pagate, nel corso degli anni, le fatture di cliniche, farmacie, legali e altro, che si sono tramutate in ingiunzioni. Risultato: un maggior costo dovuto agli interessi per ritardato pagamento che piu’ o meno sono pari al 6% del debito e spese legali enormi per seguire le centinaia di decreti ingiuntivi. Tutto questo e’ accaduto e accade distraendo grosse risorse perche’ quando si parla di 6 o 10% non si parla di qualche decina di migliaia di euro, ma di centinaia di milioni l’anno. Ergo: alcune decine di milioni l’anno buttati dalla finestra dall’Asp di Reggio”. “Tutto questo non accade solo perche’ – ha detto ancora Scura – qualcuno non ha voluto ‘riconciliare’ la contabilita’, ma perche’ nell’Asp di Reggio c’e’ un problema chiaramente anche di gestione delle risorse umane dal momento che da Palmi e da Locri, che erano le due aziende territoriali che avrebbero dovuto fondersi, il personale della ragioneria non si e’ mosso. Noi dobbiamo adesso attivare un percorso, anche sindacale, per dare risposta a queste esigenze. A fronte di questo, la decisione di attivare questa task force ci verra’ a costare dai 150 a i 200 mila euro all’anno. Una somma molto ma molto piu’ ridotta rispetto alle decine di milioni di interessi per spese legali che stiamo sostenendo da molti anni e che nessuno, prima, ha ritenuto di dover comunicare all’opinione pubblica”.

Ammonta a 395,9 milioni di euro il totale dei debiti verso fornitori, non accoppiati a fattura, che gravano sulle casse dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Un “buco nero”, secondo il Commissario ad acta per il rientro dal deficit sanitario in Calabria, Massimo Scura, su cui dovra’ fare luce una task force chiamata ad occuparsi di un fenomeno che si traduce in un contenzioso molto oneroso per le casse della Regione. “Abbiamo ritenuto, d’accordo con il nuovo commissario straordinario dell’Asp reggina, Santo Gioffre’ – ha detto Scura – di nominare questo gruppo dopo avere constatato che, ormai da molti anni, la contabilita’ dell’Asp reggina e’ completamente fuori controllo. Un fenomeno molto delicato, anche sotto l’aspetto penale, e quindi personale, perche’ siamo arrivati al punto che la struttura preposta, con tanto di dirigenti della Ragioneria di bilancio, a un certo punto, non ha piu’ fatto il suo mestiere e si rifiuta ancora di farlo. Questo ha comportato che non sono state piu’ pagate, nel corso degli anni, le fatture di cliniche, farmacie, legali e altro, che si sono tramutate in ingiunzioni. Risultato: un maggior costo dovuto agli interessi per ritardato pagamento che piu’ o meno sono pari al 6% del debito e spese legali enormi per seguire le centinaia di decreti ingiuntivi. Tutto questo e’ accaduto e accade distraendo grosse risorse perche’ quando si parla di 6 o 10% non si parla di qualche decina di migliaia di euro, ma di centinaia di milioni l’anno. Ergo: alcune decine di milioni l’anno all’Asp di Reggio buttati dalla finestra”.

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