Reggio: ecco i prossimi incontri al Planetarium Pythagoras

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L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2015 Anno internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla Luce. In quest’ottica il Planetarium provinciale Pythagoras di Reggio e l’Associazione Fotografica Culturale “IMAGORÀ” organizzano un incontro sul tema: “Fotografia e Luce”, relatrice la Dott.ssa Barbara Cipri

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) ha proclamato il 2015 Anno internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla Luce (IYL 2015). In quest’ottica il Planetarium provinciale Pythagoras di Reggio Calabria e l’Associazione Fotografica Culturale “IMAGORÀ” organizzano un incontro sul tema: “Fotografia e Luce”, relatrice la Dott.ssa Barbara Cipri. La dottoressa Cipri parlerà delle molteplici e intime interrelazioni tra luci ombre e prospettiva in fotografia. Durante la serata verrà anche presentato anche il libro “Processo alle fotografie: realtà e postproduzione, una battaglia senza fine ” dell’Avv. Giancarlo Parisi, presidente di IMAGORÀ. La selezione operata al momento dello scatto è già una scelta precisa che si completa con la scelta del momento in cui viene effettuata la ripresa. Per quanto un fotogiornalista si possa sforzare di essere obiettivo la sua non può che essere una visione parziale a prescindere, non fosse altro perché legata a doppio filo alla sua posizione fisica. Ha quindi senso discutere dell’alterazione di un’immagine fotografica? Se ci sono mille motivi per ritenere abbastanza oziosa la questione, per altri versi si tratta di un interrogativo centrale per ogni spettatore. La conferenza “Fotografia e Luce”, avrà luogo stasera, venerdì 29 maggio ore 21.00, presso il Planetario. Domani sera, sabato 30 ore 21.00, si concluderanno le conferenze di maggio con un incontro con l’autore e regista Cristian Calabretta che proporrà un film-documentario sul triste tema: “Ferramonti di Tarsi: il campo sospeso”. In pochi lo sanno. Ma in Italia, nel profondo Sud calabrese, a Ferramonti di Tarsia, esisteva un campo di concentramento per ebrei realizzato per volere del regime fascista tra il giugno e il settembre 1940. Fu il più grande mai costruito nel nostro Paese all’indomani dell’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale: qui vennero rinchiusi ebrei, apolidi e slavi. Un campo di internamento ‘sospeso’. Sospeso di certo non nella memoria di chi ha vissuto quell’esperienza drammatica, ma nel ricordo contemporaneo e sui libri di storia. Ferramonti non fu un campo di sterminio, ma di internamento, un luogo di prigionia in cui furono rinchiusi più di duemila ebrei. Il campo fu liberato dagli inglesi nel settembre del 1943, ma molti ex-internati vi rimasero anche negli anni successivi. Fu ufficialmente chiuso solo l’11 dicembre 1945. Per ricordare quel campo, quel campo dimenticato, ma che è esistito e di cui ora rimane solo più qualche baracca, è stato realizzato il sopraindicato film-documentario che verrà proiettato al Planetario con la presenza dell’autore.

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