‘Ndrangheta, concessi i domiciliari a Giulio Lampada: “era insofferente a carcere e cure”

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La sua “ulteriore permanenza” in “luoghi ritenuti persecutori e vissuti come ostili con molte probabilita'” lo “indurrebbe” ad azioni rischiose per la sua “sopravvivenza”

La sua “ulteriore permanenza” in “luoghi ritenuti persecutori e vissuti come ostili con molte probabilita'” lo “indurrebbe” ad azioni rischiose per la sua “sopravvivenza”. E’ sulla base di questa perizia psichiatrica che il Tribunale del Riesame di Milano ha deciso che il presunto boss della ‘ndrangheta Giulio Lampada, condannato ad oltre 14 anni in appello per associazione mafiosa, debba stare agli arresti domiciliari nella sua villa nel Milanese, perche’ “incompatibile” sia con il carcere che con la comunita’ terapeutica dove si trovava. Del provvedimento del Riesame, che ha accolto l’istanza dei legali del presunto boss, gli avvocati Giuseppe Nardo e Vincenzo Vitale, ha dato conto oggi il ‘Corriere della Sera’. Nella perizia, disposta dal collegio presieduto dal giudice Paolo Micara e firmata dallo psichiatra Elvezio Pirfo, si legge che Lampada “sulla base di una personalita’ di tipo narcisistico-istrionica e dell’esistenza di idee prevalenti e dominanti ha sviluppato una sintomatologia depressiva non riconoscibile come malattia in senso stretto ma come un funzionamento psicopatologico”. Poco meno di un anno fa Lampada, condannato con altre persone, tra le quali l’ex consigliere regionale della Calabria Franco Morelli e gli ex magistrati Giancarlo Giusti (si e’ suicidato lo scorso marzo) e Vincenzo Giglio per presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia, era gia’ passato dal carcere ai domiciliari in una comunita’ terapeutica. Secondo il perito, pero’, “le cure” non hanno “ottenuto gli effetti attesi” perche’ il suo “disfunzionamento mentale” si “risolve anche in malattia fisica”. Il suo “stato morboso”, poi, non e’ “trattabile” senza “l’adesione al programma di cure” che Lampada invece rifiuta, anche perche’ si ritiene vittima di una persecuzione. Da qui la concessione dei domiciliari in una villa che il presunto boss ha a Settimo Milanese, nel minalese.

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