Messina-Reggina a porte chiuse? Quando l’incompetenza è al potere…

StrettoWeb

Messina-Reggina, a poco più di 48 ore dalla partita che decide una stagione la vendita dei biglietti non è ancora iniziata. Il rischio che si giochi a porte chiuse, di ora in ora, è sempre più elevato…

La vera crisi è l’incompetenza” diceva un certo Albert Einstein in tempi non sospetti. Quello che sta succedendo a Messina in questi giorni, in vista del Derby in programma per sabato 30 maggio alle ore 15 allo stadio San Filippo ci conferma ancora una volta quanto lo scienziato tedesco riuscisse a guardare lontano, non solo nella fisica ma anche nella filosofia. A poco più di 48 ore dal fischio d’inizio della partita più attesa dalle due tifoserie dello Stretto, da questo Messina-Reggina che deciderà una stagione intera, la vendita dei biglietti è ancora bloccata ed il rischio che si giochi a porte chiuse è sempre più concreto.

Il San Filippo potrebbe presentarsi così come lo vediamo nelle immagini a corredo dell’articolo: soltanto pochi addetti ai lavori nella Tribuna Centrale e i giornalisti accreditati in Tribuna Stampa, tutto il resto desolatamente vuoto. In quell’occasione, però, c’era un motivo: era l’11 febbraio 2007, si giocava un delicatissimo Messina-Catania poche settimane dopo i disordini del Cibali costati la vita all’ispettore Raciti nell’altro derby siciliano, Catania-Palermo. Stavolta, invece, di problematico non c’è proprio nulla: Messina e Reggina si sono già incontrate tre volte quest’anno, e tutte e tre le volte (ultimo il derby di due giorni fa al Granillo con 10.000 spettatori sugli spalti) le due tifoserie hanno dato dimostrazione di quanto siano civili e mature. Cori, striscioni e sfottò all’insegna del divertimento e della passione, senza nulla che sia andato sopra le righe. Il Derby dello Stretto è sempre stato una grande festa di sport, pur con rivalità accesa, ma senza alcun episodio di violenza o intolleranza. Insomma, il più bello spot per un calcio in cui esempi del genere sono sempre più rari.

Eppure a Messina – anzichè incentivare tutto questo – stanno facendo l’impossibile per rovinare questa festa. Che il Prefetto Trotta sia uno estremamente puntiglioso, lo sanno ormai anche i muri. Dopotutto è il Prefetto, e bisogna adattarsi. Il Sindaco Accorinti si batte più per il “Tibet libero” che per i messinesi schiavi di non poter neanche andare allo stadio. Tanto ci ha parlato di “comunità dello Stretto” e adesso anziché sfruttare l’occasione data dal derby per esaltare l’appartenenza di reggini e messinesi alla stessa realtà, assiste con passivo distacco all’ennesimo teatrino sconfortante, la cui vittima è ancora una volta la gente. A Reggio il suo collega Falcomatà, che martedì pomeriggio abbiamo visto in prima fila nella Tribuna VIP del Granillo, rimane a guardare nonostante le pressioni della tifoseria reggina che vuole assolutamente seguire la squadra in trasferta a Messina. Ma il problema è molto più grande e non riguarda solo gli ospiti. Messina-Reggina di sabato si potrebbe davvero giocare senza tifosi sugli spalti, in uno scenario desolante e deprimente.

Lo Monaco, dal canto suo, sta chiudendo la sua avventura a Messina nel peggiore dei modi: dopo due anni fantastici e due promozioni consecutive, adesso sta toccando il fondo non tanto per i risultati della squadra (di certo non entusiasmanti per una piazza esigente e importante come quella peloritana), quanto per il comportamento fuori dal campo. Dopotutto è ormai da oltre un mese che ad ogni telefonata sul Messina ci risponde con un laconico “non me ne frega più niente” e aggancia la cornetta, l’esatto contrario della precedente cortese disponibilità. Adesso un derby dello Stretto a porte chiuse perché la società non vuole prendersi la responsabilità degli eventuali danni ai bus, smentendo la convenzione firmata a dicembre in cui si prendeva questo impegno, rinunciando così ad un incasso di tante migliaia di euro, non solo andrebbe a rappresentare una macchia indelebile nella sua gestione societaria ma sta a significare anche la miopia di una posizione assolutamente contraria agli interessi economici della stessa società biancoscudata. Quanti bus si potrebbero – eventualmente – aggiustare con le entrate dell’incasso? E quant’è controproducente per la società Acr Messina rinunciare a diverse decine di migliaia di euro, tanto quanto frutterebbe la partita?

In verità – nonostante Reggio Calabria e la Reggina in questo pasticcio tutto messinese c’entrino poco o niente – chi si sta muovendo più di tutti per fare in modo che questa gara si possa giocare con i tifosi è il Presidente del club amaranto Lillo Foti, uno che in 29 anni di storia non ha mai minacciato di “abbandonare” la sua Reggina, uno che alla luce di questa situazione, interpellato dai nostri microfoni, non appena gli abbiamo chiesto se per la sua squadra potesse essere un vantaggio giocare in trasferta senza tifosi, ci ha risposto in modo estremamente saggio, lungimirante, maturo. Soprattutto super partes. “Io penso che il calcio senza tifosi non è calcio. Uno stadio vuoto non è calcio“. E allora adesso – paradosso dei paradossi – persino i tifosi del Messina sono costretti a sperare nell’intervento di Foti per poter entrare nel loro stadio a tifare per la loro squadra nel derby dello Stretto che vale una salvezza.

Intanto, la prevendita rimane bloccata sia per i reggini che per i messinesi, l’accordo è lontano e lo stadio – a meno che non arrivino novità nelle prossime ore – è a porte chiuse. Come uccidere il calcio. D’altronde, quando l’incompetenza è al potere…

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