Come complicare la vita ai più bisognosi! Istruzioni dal distretto sanitario Reggio 2

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Funzionava bene, fino a due mesi addietro, quel servizio di consegna dei pannoloni e delle traverse per gli incontinenti. La burocrazia della sanità reggina, però, riesce appieno nell’intento di complicare la vita ai più bisognosi

sanitàFunzionava bene, fino a due mesi addietro, quel servizio di consegna dei pannoloni e delle traverse per gli incontinenti. La burocrazia della sanità reggina, però, riesce appieno nell’intento di complicare la vita ai più bisognosi, costretti ad una sorta di protocollo che, guarda caso, così come recita l’avviso dell’ Azienda Provinciale di Reggio Calabria, a firma del Dr Carmelo Marino,  stranamente vale “ESCLUSIVAMENTE PER I RESIDENTI DEL DISTRETTO RC 2”, per intenderci i malati con “incontinenza stabilizzata” di Reggio sud, Pellaro, Bocale, Sbarre, Ravagnese, Modena, Gallina, Bagaladi, Bova e Bova marina, Cardeto, Condofuri fino a Motta San Giovanni, Roccaforte ed altri Comuni. Insomma un comprensorio di oltre 100.000 abitanti e migliaia di pazienti, soprattutto anziani e tantissimi allettati, con questa grave patologia. A complicare la vita dei malati ci si è messa la direzione del distretto Reggio Calabria 2 che con impeccabile precisione e dovizia di particolare informa della necessità di accreditarsi presso la struttura reggina di via Padova, farsi delegare dall’ammalato, portare un documento di identità, il tesserino sanitario ( fronte-retro!), due prescrizioni, quella specialistica e quella del medico di famiglia, ed altre indicazioni di misura, quantità, tipologia… insomma un modello di burocrazia e un vero calvario per centinaia di pazienti costretti a riaccreditarsi direttamente a Reggio Calabria e non presso i presidi periferici, come se le strutture locali fossero incapaci a gestire un servizio così diffuso tra la gente e soprattutto tra la povera gente che, sempre più, stringe la cinghia pur di non affrontare tanta burocrazia, comprando nel mercato privato quello che per legge dovrebbe garantire il servizio pubblico, con l’obbligo, peraltro e per contratto, della consegna a domicilio dei pazienti e non presso qualche azienda reggina, così come avviene ora. Il Sindaco di Motta San Giovanni Paolo Laganà, con l’intento di garantire agli aventi diritto la fornitura del materiale, in tempi celeri, ha interessato tanto il fornitore dei pannoloni, un’azienda del cremonese operante nel settore e ben inserita da anni nel reggino, quanto il direttore del distretto sanitario RC 2: inutile dire del rimpallo di responsabilità e del risultato che, a distanza di mesi dall’affidamento del servizio di fornitura e consegna a domicilio, i pazienti sono costretti a subire gli effetti. “Un danno alle famiglie più umili, ai più bisognosi, continua il Sindaco Laganà, oltre che all’immagine di un sistema sanitario in profonda crisi. Ci auguriamo un ripensamento nel rispetto delle regole, certamente, ma che al tempo stesso non costringa i cittadini a doversi preoccupare anche di questi adempimenti, per così dire, in circostanze che potrebbero essere difficili e poco gestibili, come nel caso di disabili di tale gravità. E’ mio intendimento, così come fatto con successo in altri casi, portare la vicenda all’interno della conferenza dei sindaci della provincia il cui ruolo, così come stabilito nell’ultima seduta assembleare, non può limitarsi a semplici e banali valutazioni di principio sulla sanità, ma anche nell’attività di controllo gestionale e dei correttivi che si rendono necessari a garanzia della salute e dei diritti dei malati. “.

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