Reggio, centro/destra ridotto in brandelli: strappo irreparabile in consiglio comunale

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Reggio, centro/destra frantumato tra inciuci e leggerezze: Falcomatà è senza opposizione

consiglio comunaleNon ci resta che piangere“: parafrasando Benigni e Troisi, gli elettori del centro/destra reggino oggi si sentono privi di qualsiasi punto di riferimento, e sono costretti ad assistere sconfortati alla parabola di un’area politica che fino a pochi anni fa reggeva il faro dell’Italia, della Calabria e di Reggio. Una stagione di cui oggi non rimangono neanche le briciole. Quello che succede a livello nazionale corrisponde anche a quanto accade sul territorio: senza la leadership carismatica che è stata di Berlusconi e Scopelliti, il centro/destra italiano, calabrese e reggino ha perso la bussola e si è ridotto in brandelli. Dall’altro lato l’ascesa di Renzi ha reso forte il Pd, che al netto dei mugugni sempre più minoritari dei trogloditi ancora ancorati all’aberrazione comunista, ha ritrovato forza e autorevolezza e ha preso in mano la situazione politica. Tanto a Roma quanto a Reggio e in Calabria.

consiglio comunaleReggio Calabria, 13 maggio 2015: in una seduta storica, il Consiglio Comunale approva a Palazzo San Giorgio il Registro delle Unioni Civili. La maggioranza di centro/sinistra si scopre più solida di quanto probabilmente neanche immaginava. La minoranza di centro/destra aveva promesso battaglia, presentando un centinaio di emendamenti per contrastare l’istituzione del Registro o quantomeno per fare un po’ di ostruzionismo e testare la tenuta politica della maggioranza, ma l’unico risultato prodotto è stata l’implosione della stessa opposizione. Uno strappo pesantissimo, con il capogruppo di Forza Italia Demetrio Marino accusato da Lucio Dattola e dagli altri esponenti del centro/destra di portare avanti “accordi sottobanco con la maggioranza”, dopo che lui stesso votava contro gli emendamenti dei suoi colleghi di partito e di coalizione. Un voto contrario, due, tre … come se fosse un esponente del Pd, poi Dattola è sbottato: “io non ci sto ad essere sottoposto a questi giochettiMi rivolgo alla mia parte politica: non mi piacciono le ipocrisie e certi atteggiamenti del mio partito (Forza Italia), non mi piace chi vota gli emendamenti presentati dal centrosinistra dopo accordi sottobanco. Io non mi vendo, io non mi prostituisco per accordicchi. So benissimo che perderò questa guerra, ma su certi argomenti io non mi smuovo dalle mie posizioni“. Avesse avuto questa grinta e questo spirito in campagna elettorale, probabilmente il centro/destra non sarebbe naufragato in modo così pesante come accaduto alle comunali di ottobre. Ma questa è storia vecchia. 

Demetrio MarinoLe ambiguità politiche, per carità assolutamente legittime, di Demetrio Marino, non sono una sorpresa di oggi o una novità. Alla vigilia delle elezioni amministrative aveva sondato il terreno per candidarsi con le liste di Falcomatà, prima timidamente cercando di accarezzare il Pd, poi, addirittura, trovando un accordo di massima con il Centro Democratico di Tabacci (secondo qualcuno aveva già firmato la propria dichiarazione di candidatura) prima di dover poi fare dietrofront a causa delle numerose proteste giunte dagli ambienti della sinistra reggina che non accettavano i “cambi di casacca”. Marino, infatti, per anni era stato presidente della circoscrizione di Gallina per il centrodestra; per due anni è stato consigliere comunale nella giunta Arena in quota Pdl. Alla fine Marino s’è candidato con Forza Italia, ha ottenuto 1.200 preferenze ed oggi è capogruppo del partito dell’opposizione ma l’ultimo consiglio comunale ha palesato e reso pubbliche le sue intenzioni, di un consigliere di minoranza che si muove e opera come membro aggiunto della maggioranza. Ma anche questa non è una novità: in questi primi 7 mesi di legislatura ha “litigato” più volte, sulla stampa, con i propri colleghi di partito e di coalizione piuttosto che con gli avversari della maggioranza, mentre sul suo profilo facebook sono numerose le fotografie in cui viene ritratto al lavoro sul territorio fianco a fianco con vari esponenti dell’amministrazione, da Castorina e Quartuccio per la bozza preliminare sul regolamento per la commissione Politiche Giovanili fino a Mauro e Anghelone per lo Stretto di Messina patrimonio UNESCO. A questo punto, dopo le pesantissime accuse di Dattola, non è da escludere che Marino passi anche ufficialmente con la maggioranza, a maggior ragione in vista di un periodo di venti favorevoli alla Giunta con i nuovi concorsi per il personale delle società in house.

consiglio comunaleE gli altri esponenti del centro/destra? A prescindere da Marino, oggi possiamo parlare di opposizione-fantasma rispetto alle scelte dell’attuale governo cittadino. In pochi, dagli scranni della minoranza, cercano di affermare il loro peso politico attivando strumenti di denuncia e di contestazione sempre nei limiti del dibattito politico. Lucio Dattola certamente ha avuto il merito di scoperchiare la “pentola bollente” nei giorni scorsi, accusando chi (vedi sopra) trama con il centrosinistra. Da tempo inoltre, Pasquale Imbalzano, Nino Matalone e Massimo Ripepi sembrano voler seguire un percorso di opposizione più agguerrita. Dall’altra parte, invece, le figure più “dolci” e abbottonate, per vari motivi: Antonio Pizzimenti (che non ha votato contro al registro delle unioni civili, astenendosi), Luigione Dattola (quasi non pervenuto), Maria Antonietta Caracciolo (che si è vista respingere dai suoi stessi colleghi di partito gli emendamenti presentati, decidendo in seguito di lasciare l’aula) e Pino D’Ascoli.

Insomma, sembra di rivivere la stagione del “modello Reggio” di Scopelliti. Ma al contrario. Anche in quegli anni l’opposizione in consiglio comunale era decisamente morbida e leggera. Sarà un virus di Palazzo San Giorgio.

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