Calabria: sulla disputa del museo Lombroso chiamati in causa anche Greco e Sergio

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Il comitato “No Lombroso” si confronta con Il capogruppo della Lista “Oliverio Presidente” Orlandino Greco ed il presidente della Prima Commissione Affari istituzionali Franco Sergio

Il capogruppo della Lista “Oliverio Presidente” Orlandino Greco ed il presidente della Prima Commissione Affari istituzionali Franco Sergio, hanno incontrato, a Milano, il presidente del Comitato “No Lombroso” ing. Domenico Iannantuoni, che ha ragguagliato i due esponenti politici sulla disputa “culturale e giuridica in corso”, circa la vicenda del cranio del brigante calabrese Giuseppe Villella esposto nel Museo Lombroso di Torino.

Ci rivolgiamo a voi – ha detto Iannantuoni – in quanto autorevoli esponenti della Regione Calabria, confidando nella vostra spiccata sensibilità verso gli irrinunciabili valori umani quale patrimonio secolare della nostra civiltà”. E’ nota la battaglia che il Comitato “No Lombroso” sta portando avanti, affinché si giunga alla restituzione delle spoglie (sono centinaia) trattenute nel Museo “Cesare Lombroso” di Torino ai discendenti o comuni di origine che ne hanno fatto richiesta, ovvero, per i resti incogniti che nessuno può reclamare, per accogliere la disponibilità di don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli, ad  inumarli  nel cimitero delle Fontanelle di Napoli.

Il Comitato – ha spiegato Iannantuoni – è sorto a Milano come reazione alla riapertura a Torino del Museo intitolato a Lombroso ed ha come fine quello di sottolineare il disvalore scientifico delle teorie criminologiche e di arbitraria devianza sociale, come sostenute da Lombroso. Ad esse, infatti, hanno fatto seguito derive profondamente discriminatorie, tali da colpire chiunque si scostasse dal dissennato paradigma di ‘normalità’ elaborato dal medico veronese che fu il fondatore di una scienza dimostratasi erronea nei presupposti e nelle congetture, poggiata sulla tesi dell’uomo delinquente nato o atavico, riconoscibile dalla semplice misurazione antropometrica del cranio”. Greco e Sergio, hanno espresso “apprezzamento per l’impegno del Comitato No Lombroso contro i teoremi lombrosiani che hanno rappresentato   il fondamento delle dottrine razziste, facendo sì che nel corso dell’Ottocento, nella nostra nazione, prendesse vita la teoria sulle ‘due Italie’.  Considerate le ampie adesioni che il Comitato ha avuto, ben 130 amministrazioni comunali non solo dell’Italia meridionale ma in buona parte del Nord, siamo dell’avviso che occorra smuovere le acque su un fronte che riguarda anche la politica, poiché il pregiudizio culturale nel tempo ha influito sulle scelte di politica economica che hanno penalizzato le aree svantaggiate del Mezzogiorno”.

Iannantuoni ha ricordato che  hanno aderito alle richieste di restituzione del cranio di Villella, l’Arcivescovo di Torino  Nosiglia, il Vescovo di Lamezia  Cantafora, l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace  Bertolone, il Vescovo di Trivento Scotti, il Vescovo di Lucera-Troia Cornacchia e tantissime personalità della cultura e delle istituzioni ( Del Boca, Aprile, Patruno, Di Fiore, Gangemi, l’analista politico-economico Giuseppe Romeo, gli attori-registi Pesce,  D’Alessandro, Angiuli, Insardà, i cantautori-musicisti Mimmo Cavallo, Eugenio Bennato). L’incontro è servito per fare il punto e per riflettere su quali tipi di iniziative s’intendano promuovere a breve.

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