Sicilia, operazione Glauco II: sgominata banda di trafficanti d’uomini. Scalia avverte: “è un fenomeno inarrestabile”

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La rete operava fra l’Italia ed il Nord-Africa, smistando i profughi sul suolo europeo e dividendo i proventi criminali

foto LaPresse

Sarebbero circa novecento i migranti che hanno trovato la morte in mare a causa del naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia. Secondo quanto trapela dalle prime dichiarazioni dei testimoni, a bordo del barcone ci sarebbero stati almeno cinquanta bambini e circa duecento donne. Uno dei soccorritori, Gianluca Busonera del Reparto aeronavale della Guardia di Finanza, ha descritto all’Adnkronos il proprio sconforto: “Le tragedie ti scuotono l’anima, la scorsa settimana abbiamo salvato 800 profughi. Come essere umano ci rimango ovviamente malissimo e ci sto male, ma come militare devo cercare di trarre in salvo più persone possibile. Io faccio solo il mio dovere“.

Intanto l’autorità giudiziaria ha smascherato un’associazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione. Essa sarebbe composta da eritrei, etiopi, ivoriani e ghanesi che – a vario titolo – avrebbero agevolato l’immigrazione illegale. Il leader di questa rete, Ermias Ghermay, operante in Libia, risultava latitante dal 2014, allorquando era finito nel mirino delle autorità inquirenti per la tragedia del 3 ottobre, quella che aveva portato alla morte di 366 migranti. L’indagine, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Maurizio Scalia, ha mostrato come una cellula italiana si relazionasse coi referenti del Nord-Africa, smistando i profughi sul territorio europeo e dividendo i proventi criminali. Proprio il fratello di Ghermay, Asghedom, coinvolto nell’inchiesta, secondo alcuni conoscenti della comunità eritrea catanese si sarebbe vantato delle alte relazioni che sapeva intrattenere con alcune autorità italiane.

Maurizio Scalia, Procuratore aggiunto di Palermo, ha rilevato come il traffico di esseri umani a largo della Sicilia sia per gli scafisti un’ottima opportunità per ottenere guadagni facili: ciò aumenterebbe i rischi per le nostre coste, rendendo i flussi di fatto un fenomeno inarrestabile.

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