Reggio, i dati sugli sbocchi lavorativi delle facoltà: boom ingegneria, flop agraria, male giurisprudenza e architettura

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In testa alla classifica ci sono i laureati presso la facoltà di Ingegneria dell’Università Mediterranea, che trovano occupazione entro un anno dal conseguimento del Titolo con una posizione lavorativa fra le meglio retribuite, circa 1300 euro mensili

Secondo il nuovo report stilato da Almalaurea per l’anno 2014 sulle Università a livello Nazionale, i risultati per l’Ateneo reggino, l’Università Mediterranea non sono stati dei più positivi ma neanche allarmanti come invece si potrebbe immaginare. Sono stati analizzati due profili inerenti alla vita post laurea dei neo laureati, ovvero la percentuale di occupati dopo un anno e dopo 5 anni dal conseguimento del titolo ed anche il tasso di gradimento degli studenti nei confronti dell’Ateneo Reggino, e proprio questo ultimo dato ha sorpreso: gli studenti reggini in media hanno una buona opinione dell’Università reggina e sono contenti di aver studiato nella propria città (seppur non per tutte le facoltà).

università mediterraneaNonostante i dati nazionali mostrino dei piccoli accenni di ripresa sul fonte laureati e lavoro, la crisi economica che l’Italia cavalca ormai dal 2008, ha creato un lungo strascico di disillusione fra i giovani studenti universitari e neolaureati a causa di una difficoltà permanente di non riuscire a trovare un impiego dopo gli anni di sacrifico e denaro spesi per gli studi accademici. Il rapporto ufficiale relativo all’ anno 2014 stilato da Almalaurea ha registrato un timido trend positivo, ma   siamo ancora ben lontani da ciò che si potrebbe chiamare ripresa. Oggetto di studio sono stai 65 atenei italiani ed i circa 490 mila studenti che hanno sostenuto la discussione di laurea presso gli stessi; i dati hanno cercato di rilevare , grazie ad interviste dirette, la percentuale di occupazione dei giovani dopo un anno dalla laurea e dopo 5 anni.

Stringendo la cerchia nazionale alla realtà dello Stretto i dati, seppur non allarmanti, rimangono comunque negativi. Secondo i dati riportati nel comunicato stampa relativo al XVII Rapporto 2015 Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, nell ‘Ateneo reggino dei 1022 laureati selezionati solo il 25,3 % lavora (sono considerati occupati i laureati che dichiarano di svolgere un’attività lavorativa retributiva, perché non si tratti di un’attività dio formazione, tirocinio, praticantato, dottorato, specializzazione), mentre il ben 49,9% sono disoccupati. In quel 23,3% che sono stati capaci o solo fortunati di essere al momento giusto nel posto giusto e che lavoravano già prima di laurearsi, il il 41,2% dichiara di proseguire il medesimo lavoro anche dopo aver terminato gli studi ed il 44,8% svolge un lavoro stabile (a tempo indeterminato e autonomo). Il guadagno mensile netto si aggira attorno ai mille euro (950) e circa la metà degli intervistati occupati hanno dichiarato che la loro laurea è stata efficace per la propria occupazione attuale. La facoltà di Ingegneria (laurea quinquennale) è quella che garantisce le prospettive migliori in termini di lavoro, con l’84,5% dei laureati che riescono a trovare lavoro nel proprio ambito;  a seguire c’è la facoltà di Architettura che raggiunge il 47% di occupati, insieme a Giurisprudenza, dopo cinque anni dalla laurea. Scienze economiche ed agraria invece, si arrestano ad una percentuale bassissima, circa il 13% di laureati  trovano occupazione nell’ambito dei propri studi.

In quest’ultimo caso, il trend negativo è dovuto ai forti ritardi del settore agricolo nel territorio calabrese, con l’assenza di aziende importanti che lavorano in un’ottica di tecnologia e progresso agricolo e che dunque non si avvalgono di consulenti agrari e tutta quella serie di figure professionali qualificate del settore.  A fronte di ciò il Dipartimento di Agraria infatti sta puntando su indirizzi dedicati alle Scienze e tecnologie alimentari. Nonostante la situazione non sia delle più positive, i giovani reggini si dicono soddisfatti dei corsi frequentati e degli insegnamenti ricevuti:  ben l’88% dei laureati del dipartimento di Agraria che sono stati intervistati, si iscriverebbe di nuovo allo stesso corso ed allo stesso ateneo, e il 52% si ritiene complessivamente soddisfatto del corso di laurea.

Un indice di gradimento alto risulta anche nelle facoltà di Giurisprudenza con circa il 66% di studenti reggini che rifrequenterebbe il corso nell’Università reggina ed un 41% invece che affronterebbe gli studi altrove, indice di gradimento che arriva al 79% in Scienze economiche. Sul fronte compensi anche qui al primo posto si posizionano i laureati presso l’Università di ingegneria, che sono le posizioni lavorative più remunerate, il  71,4% svolgono un lavoro stabile e guadagnano mensilmente circa 1300 euro( in media). Cifre che si abbassano invece nelle altre professioni; per Giurisprudenza, i guadagni mensili si aggirano attorno ai 600 euro nel primo anno di attività per arrivare fino agli 800 dopo tre anni, cifre simili a quelle che si registrano per gli architetti ed invece si sfiorano i 529 euro per i dottori in Scienze economiche. I risultati dell’ateneo reggino non stupiscono, del resto non potrebbe essere altrimenti dato l’oramai sempre più consolidato fenomeno “della fuga dei cervelli” che non fa che dimostrare concretamente  la realtà quantitativa stilata da Almalaurea. 

 

 

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