‘Ndrangheta: la terrificante faida di San Luca, tra morti e stragi

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La faida di San Luca è una lotta tra fazioni criminali scoppiata il 10 febbraio del 1991 fra la famiglia di ‘ndrangheta dei Nirta-Strangio contrapposta all’altra cosca dei Pelle-Vottari. Una faida cruenta e sanguinaria

La faida di San Luca, paese apromontano della provincia di Reggio, è una lotta tra ‘ndrine scoppiata il 10 febbraio del 1991 fra la famiglia di ‘ndrangheta dei Nirta-Strangio contrapposta ai Pelle-Vottari. Tutto inizia il 10 febbraio 1991, quando un gruppo di ragazzi legati ai clan Strangio e Nirta, in occasione delle festività di carnevale, lanciò uova contro un circolo gestito da Domenico Pelle uno dei “Gambazza”, sporcando anche l’auto di uno dei Vottari. Successivamente il bar fu nuovamente preso di mira dalle uova lanciate dai ragazzi per restituire lo sgarbo, ma questa volta il fatto non passò “inosservato”. Un altro gruppo di giovani dei Nirta-Strangio, venuti a conoscenza dell’accaduto, avrebbero voluto punire quell’atto “ricorrendo” alle botte. Lungo la strada verso il bar incontrarono un affiliato al clan dei Vottari. Il giovane, spaventato, incominciò a sparare uccidendo due giovani (Francesco Strangio, 20 anni e Domenico Nirta, 19 anni) e ferendone altri 2 (Giovanni Luca Nirta, e Sebastiano Nirta). Degenerando la questione, si decise che l’autore degli omicidi se ne dovesse andare per sempre da San Luca e dai paesi limitrofi. Dopo poco tempo verrà ucciso a Bovalino. Da qui il sangue non si ferma.  Nel 1993 continua la faida e vengono uccisi due capibastone della cosca Pelle-Vottari i quali risponderanno con altri due morti. Nel gennaio 2005 viene ucciso a Casignana Salvatore Favasuli, il presunto autore sarebbe Domenico Giorgi (arrestato a Rivalta di Torino il 19 novembre 2010), il 31 ottobre 2005 viene ucciso Antonio Giorgi. Il 25 dicembre 2006 viene uccisa Maria Strangio, moglie di Giovanni Nirta, il reale obiettivo dei sicari, il quale, invece, si salverà. Ricomincia così la faida dopo un lungo periodo di pausa.Il 3 agosto 2007 viene ucciso Antonio Giorgi.

Ma il fatto più cruento avvennte il il 15 agosto 2007, per mano della cosca Strangio, vengono uccise a Duisburg 6 persone tra cui presunti componenti dei Vottari: è la cosiddetta Strage di Ferragosto. Per la strage il 12 luglio 2011 la Corte d’Assise di Locri ha emanato la sentenza di primo grado in cui sono stati condannati all’ergastolo i seguenti imputati: Giovanni Strangio, Gianluca Nirta, Francesco Nirta, Giuseppe Nirta detto Peppe u versu, Francesco Pelle detto Ciccio Pakistan, Sebastiano Romeo, Francesco Vottari detto Ciccio u Frunzu e Sebastiano Vottari, detto il Professore. Gli altri condannati, per i quali era stata chiesta una pena di 25 anni di reclusione sono: Antonio Carabetta condannato in primo grado a 9 anni e assolto con formula piena in grado di appello e sua figlia Sonia, condannata anch’essa a 9 anni, Antonio Pelle, condannato a 12 anni di reclusione.  Nel processo sono stati assolti tre imputati: si tratta di Sebastiano Strangio, per il quale era stato chiesto l’ergastolo, di Antonio Rechichi e di Luca Liotino. Dopo una nuova indagine della Dda di Reggio Calabria, che ha rilevato in una Renault Clio, che secondo gli inquirenti sarebbe una delle due auto che ha ospitato gli esecutori, il DNA di Sebastiano Nirta, il 1º dicembre 2013, la Corte d’Assise di Locri ha condannato Sebastiano Nirta alla pena dell’ergastolo, assolvendo suo cugino Giuseppe “Charlie” Nirta e condannando quest’ultimo a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa. Il 20 settembre 2013 viene catturato Francesco Nirta in un lussuoso appartamento a Utrecht, nei Paesi Bassi. Lo attende una condanna all’ergastolo. Ad oggi ancora la guerra tra le varie fazioni sembra non essere conclusa seppur, pare, che vari ‘ndranghetisti, in questi anni, abbiano cercato da fare da “ciscinetto”.

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