Messina, la relazione di Croce sul dissesto: più che un giallo, è un cinepanettone

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Il Consiglio comunale “riscopre” il documento presentato dall’allora commissario straordinario del Comune e scatta il panico sul Piano di Riequilibrio

luigi croceLibero Gioveni e Maria Perrone, consiglieri comunali in quota Udc, l’hanno definita un giallo, tra il serio ed il faceto. In realtà la riscoperta della relazione dell’ex commissario Croce sui conti comunali è roba da cinepanettone: non c’è, al fondo di questa trama, un racconto di spionaggio o una storia avventurosa; si registrano, semmai, una serie di grossolani errori fantozziani che espongono Palazzo Zanca alla mercé dell’antipolitica.

Andiamo con ordine: Nina Lo Presti, esponente del consesso civico iscritta nel gruppo misto e fuoriuscita da Cambiamo Messina dal Basso, ha portato all’attenzione dell’aula una relazione finanziaria e gestionale sul Comune, redatta dall’allora commissario Luigi Croce. lo presti e sturnioloLo Presti, in particolare, ha chiesto di visionare l’atto, poiché nessuno sembrava possederne una copia. Prima anomalia: è mai possibile che in un Ente locale destinato a diventare Città metropolitana, con tutto ciò che ne consegue in termini organizzativi, non sia reperibile un atto pubblico?

Emilia Barrile, presidente del consesso civico, è corsa ai ripari come poteva: si è cioè appellata all’ex presidente Giuseppe Previti, nella speranza che avesse conservato nel suo archivio personale una copia del documento (sic). Per una fortunata coincidenza astrale, nei due anni che sono trascorsi dall’inizio del mandato questi non ha cambiato casa o ufficio, non ha deciso di prestarsi allo sport delle pulizie primaverili e ha potuto fornire la relazione di Croce alla città. Seconda anomalia: la trasparenza di un Comune può basarsi sulla propensione a non buttare via niente dei precedenti amministratori? Per intenderci è come se Renzi avesse smarrito le raccomandazioni europee sulle linee guida a livello finanziario, appellandosi al buon cuore di Monti e alla sua capacità mnemonica sull’esperienza a Palazzo Chigi.

aula palazzo zancaArriviamo così alla querelle politica vera e propria. Perché nel testo redatto con cura dal commissario Croce c’è un’analisi impietosa dei conti pubblici di Palazzo Zanca, un ente in stato di dissesto dove neppure l’ordinaria amministrazione riesce ad essere soddisfatta, con anticipazioni di cassa e anticipazioni sulle anticipazioni. Nota a margine: Croce, che è persona coscienziosa, invitò i candidati sindaci al Comune per discutere con loro le criticità rilevate ed essi sfilarono innanzi alle fotocamere dei giornalisti promettendo, in campagna elettorale, il rilancio della città. Adesso, dopo due anni, la vicenda salta fuori e gli esponenti del consesso civico chiedono alla Giunta se il dettato di quella relazione sia stato seguito oppure no. Terza anomalia: dov’erano i consiglieri quando, da “opposizione costruttiva”, dovevano vigilare sulla fattibilità del Piano di Riequilibrio? Perché di questo si tratta, al di là delle osservazioni dell’ex commissario, le quali – pur puntuali e precise – non sono equiparabili a pronunce della Corte dei Conti.

E poi c’è il sindaco, quel Renato Accorinti garante della trasparenza che ha mutato drasticamente opinione nello spazio di una notte, affidandosi a chi – oggi – guida la cabina di regia di questa Giunta: accorinti e signorinoGuido Signorino, il quale, bontà sua, di Croce non sapeva proprio nulla, preso com’era ad elaborare un Piano decennale da sottoporre fuori tempo massimo all’attenzione dell’aula consiliare.

Al netto di quanto raccontato, risultano intempestive e indecorose le richieste di chiarimento di consiglieri che hanno abdicato alle loro funzioni: chi serve la città deve anche avere la capacità di studiare le carte che determinano il futuro della comunità. Se Lo Presti c’è arrivata ed altri no, il problema non è dell’Amministrazione che ha messo a tacere quel documento, ma di chi non ha avuto la capacità di porre in essere un’operazione trasparenza. La colpa non è sempre degli altri.

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