Il conto alla rovescia è finito: domani Expo aprirà i battenti

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Il conto alla rovescia è finito: domani Expo aprirà i battenti. La lunga attesa di un cammino non sempre facile terminerà tra poche ore

Il conto alla rovescia è finito: domani Expo aprirà i battenti. La lunga attesa di un cammino non sempre facile – le inchieste della magistrature e i ritardi accumulati sul cantiere – terminerà tra poche ore: alle 10 i cancelli verranno spalancati per mostrare al mondo dell’Esposizione universale dal tema ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la vita’. A fare gli onori di casa – la cerimonia inaugurale è in programma alle ore 12 – sarà il premier Matteo Renzi che incontrerà decine di autorità internazionali che hanno scelto Milano per partecipare alla sfida lanciata per garantire un’alimentazione mondiale sostenibile. Papa Francesco – la Santa Sede è presente ufficialmente come Paese espositore – interverrà alla cerimonia con un collegamento in diretta. Un’inaugurazione – con tanto di frecce Tricolori – ma ad alto rischio sul fronte della sicurezza con il timore di ‘attacchi dimostrativi’ durante il c orteo dei ‘No Expo’. L’Albero della Vita, il Decumano e Palazzo Italia sono il centro di quest’area che copre 1,1 milioni di metri quadrati e che secondo le stime dovrebbe essere visitata da circa 20 milioni di turisti nell’arco dei sei mesi dell’Esposizione, un milione solo dalla Cina con benefici per il turismo pari a circa 5 miliardi di euro. Oltre 140 i Paesi partecipanti, 13 le organizzazioni della società civile, tre le organizzazioni internazionali (Onu, Ue e Cern), 8 cluster. Tanti gli eventi per l’inaugurazione messi a punti in ciascuno dei 54 padiglioni dei Paesi che hanno aderito all’evento, un numero record rispetto alle edizioni precedenti: Shanghai ne contava ‘solo’ 42. Un’opera costata 1,3 miliardi di euro di investimenti pubblici; 400 milioni di euro il contributo del settore privato e circa un miliardo di euro gli investimenti dei partecipanti ufficiali. Da domani Expo non sarà più un cantiere, ma “sarà molto bello. E’ come una scintilla, aiuterà la ripartenza”, assicura il presidente del Consiglio Renzi. A tagliare il nastro ci saranno tra gli altri il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan il ministro dell’economia Maurizio Martina e il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini; ma anche il commissario unico della società Expo Giuseppe Sala, la presidente del Padiglione Italia Diana Bracco, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Invitati tutti i capi di Stato ma, per ragioni di sicurezza, arriveranno a Milano di volta in volta; tante però le autorità che prenderanno parte all’inaugurazione. Non solo l’inaugurazione: anche Milano sarà ricca di eventi. E’ uno ‘Speciale Padiglione Italia’ quello che nel pomeriggio del primo maggio andrà in scena nel carcere di San Vittore: un’esposizione delle attività produttive legate al cibo e all’ambiente che le cooperative del privato sociale realizzano nelle strutture penitenziarie italiane. Spettacoli che coinvolgeranno anche i luoghi simbolo di Milano come il Duomo e il Teatro alla Scala dove in serata andrà in scena la Tourandot di Giacomo Puccini. Expo sarà una vetrina per il Paese ma rischia di essere anche una vetrina per qualche gruppo di antagonisti. Tante le variabili in gioco, a partire da chi ne prenderà parte: dai ‘No tav’ a gruppi legati al mondo anarchico europeo – sicuri gli arrivi da Germania, Grecia, Spagna, Francia e Svizzera – senza contare i volti e le sigle delle diverse realtà antagoniste. L’ultimo report dell’intelligence parla di “allarme elevato” per il corteo della MayDay Parade. Tra musei, monumenti, consolati, banche, grandi aziende italiane ed estere, sedi di giornali e partiti, stazioni metro e palazzi istituzionali l’elenco degli obiettivi più a rischio ne conta 490 sparsi su una superficie che rende complicata il controllo. Più blitz – ben studiati e in contemporanea – potrebbe mettere in scacco l’apparato di sicurezza. Il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca rassicura: “Siamo pronti per gestire l’ordinario e lo straordinario attraverso il centro operativo di via Drago e la sala crisi attivata in Prefettura”. Ben 3.796 tra soldati, carabinieri, finanzieri, poliziotti arriveranno a Milano per seguire un evento che per 184 giorni – dal primo maggio al 31 ottobre – vedrà il capoluogo lombardo protagonista. Seicento soldati già dallo scorso 15 aprile vigilano sull’area Expo, gli altri copriranno i 490 obiettivi. Non ci sarà nessuna zona rossa. “Vorrei far comprendere agli antagonisti che Expo – spiega il questore di Milano Luigi Savina – è una grande esposizione sul cibo non è il G20, quindi questo cantiere non è Fort Knox o la Fortezza Bastiani. Non è un sito inviolabile, basta che uno paga il biglietto ed entra”. Deciso – in extremis – per motivi di sicurezza di escludere dal percorso del corteo il centro storico: da piazza XXIV Maggio, si attraverserà corso di Porta Ticinese, fino a via De Amicis quindi piazzale Cadorna e piazza Conciliazione fino alla zona di Pagano. Negli ultimi giorni sono proseguiti controlli e sequestri di armi da parte della Polizia di Stato- coltelli, spranghe e bombolette urticanti – domani, su indicazione della Questura, per esigenze di sicurezza pubblica, la stazione della metro Pagano sarà chiusa al pubblico dalle 14 a fine servizio.

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