Lo spettro dell’ISIS sul Mediterraneo: l’avevano promesso, “adesso l’Italia”

StrettoWeb

Dopo la Libia, l’ISIS prende di mira la Tunisia: i fondamentalisti arabi sono sempre più vicini all’Europa e all’Italia

Jeff Koterba cartoon for February 18, 2015"Isis terrorism Europe"Sicuramente non potremo mai dire che non ci avevano avvertito. Che non ce l’avevano detto, che non ce l’avevano promesso. L’avanzata macabra e tenebrosa del terrorismo islamico sul Mediterraneo, verso l’Europa, non è certo silenziosa. I terroristi dell’Isis oggi hanno compiuto un altro passo verso l’Italia e il Mediterraneo, allargandosi dalla Libia alla Tunisia, ultima democrazia “cuscinetto” dell’Africa, ultimo avamposto di civiltà dell’occidente macchiato dal sangue fondamentalista.

Il Califfato di al Baghdadi plaude all’attacco al museo del Bardo di Tunisi dove sono morti almeno 20 turisti di vari Paesi del mondo, tra cui 4 italiani. Sconcertante il post su Twitter che chiama i tunisini a “seguire i loro fratelli“. E anche se l’attentato di oggi nella capitale non ha il marchio ufficiale della rivendicazione, la paternita’ “naturale” del Daesh e’ stata chiara fin dall’inizio e per tutto il giorno, immediatamente dopo l’attacco, e’ rimbalzata tra rivendicazioni presunte diffuse da media locali e attribuzioni piu’ o meno scontate. Ma anche se l’Isis non e’ citato nelle dichiarazioni di chi e’ coinvolto in prima persona, come il premier tunisino Habib Essid, il convitato di pietra c’e’. La consapevolezza di un crescendo del terrore e della destabilizzazione jihadista che rischia di ingoiare anche la Tunisia, dopo l’Iraq, la Siria, la Libia, e’ chiara. La “guerra lunga” evocata da Essid si affianca alla “determinazione contro la minaccia terroristica” riaffermata dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E da Bruxelles Mogherini parla di “organizzazioni terroristiche” che “prendono di mira ancora una volta Paesi e popoli della regione mediterranea“.

L’Isis avverte da mesi l’Europa e l’Italia. Ed e’ labile il confine tra minaccia e propaganda, sulla quale il Daesh del califfo nero ha dimostrato di essere uno specialista. Ma i segnali stanno a dimostrare che nessuno e’ al riparo. Una mappa dell’Europa con l’Italia e Roma cerchiate in rosso appare in un documento “programmatico” dell’Isis diffuso in rete a febbraio, “The Islamic State 2015”, insieme ai dettagli di un attacco: “Ansar al Sharia in Libia e Al Qaida nel Maghreb Islamico cominceranno a sparare missili verso il cuore dell’Europa, come vendetta per quanto patito dai loro fratelli in Siria” e “l’accerchiamento dell’Europa” da parte del “Califfato Islamico Globale” passera’ da ovest (Spagna), dal centro (Italia, Roma) e da est (Turchia, Costantinopoli/Istanbul)”.

Finora – tra contraddizioni e questioni irrisolte – la Tunisia, l’Algeria, il Marocco sono stati comunque un argine attorno al Mediterraneo. I vertici di Tunisi, Algeri e Rabat hanno ribadito al ministro Gentiloni, che un mese fa ha visitato tutte e tre le capitali magrebine, quanto la lotta al terrorismo islamico sia una priorità assoluta. Ma dalla Mauritania, dal Mali, dal Niger, dalla Libia, il terrore jihadista preme ai confini e riesce a saldarsi con le sigle del terrore interno. La sfida, per sponda nord e sponda sud, e’ comune. E l’Italia nel cuore del Mediterraneo non può certo stare tranquilla. Non si può vivere nella paura, ma neanche sottovalutare i rischi di una minaccia concreta. Anche perchè ci hanno avvertito e non stanno scherzando.

Condividi