Reggio: lettera di Chizzoniti al Procuratore della Repubblica

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PRESENTAZIONE LIBRO: 'LA FATICA DEI GIUSTI'Lettera di Aurelio Chizzoniti al Procuratore della Repubblica di Reggio:

Ill.mo Sig. Dott. Federico Cafiero De Raho

Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria

Ill.mo Sig. Questore della Provincia di Reggio Calabria

Ill.mo Sig. Comandante il Gruppo dei Carabinieri della Provincia di Reggio Calabria

Nell’interesse della Sig.ra Rosanna Trimboli, nata a Reggio Calabria il 06/04/1956, ivi residente in Via Sbarre Inferiori n. 351, che ad ogni effetto e conseguenza di legge sottoscrive la presente, segnalo, con preghiera di tempestivo intervento, quanto appresso: la stessa è imputata come dagli atti del procedimento n. 1783/2011 pendente innanzi il Tribunale Monocratico di Reggio Calabria, nel cui contesto è stata sottoposta alla misura cautelare di cui all’art. 284 c.p.p. eseguita in data 09/04/2012 e revocata ex art. 299 c.p.p. il 09/05/2012 (all. 1). Restituita in libertà, la mia patrocinata nella notte andante dal 20 al 21 marzo 2014 – ovvero, dopo ben due anni dall’intervenuto provvedimento revocatorio di cui all’allegato 1 – ha ricevuto la visita di alcuni agenti della Polizia di Stato recatesi presso il domicilio della predetta per effettuare i controlli di rito poiché secondo la Questura di Reggio Calabria era ancora sottoposta alla misura cautelare de qua agitur. Anche la stampa si è occupata dell’insolita vicenda (all.ti 2, 2-bis e 2-ter) che purtroppo si è ripetuta nel mese andante quando due settimane or sono ben due equipaggi dell’Arma dei Carabinieri si sono portati presso l’abitazione della mia assistita in quanto anche per la Benemerita la stessa risulterebbe ancora sottoposta alla misura cautelare ut supra richiamata. Trattasi di “disguidi e negligenze” ormai non più comprensibili e fra l’altro fonte genetica di una preoccupante “sindrome ansiosa depressiva”, patologia certificata alla Sig.ra Trimboli in data 24/03/2014 (all. 3), proprio a seguito del primo controllo sine titulo detentivo. Sicuramente il personale intervenuto è più vittima che colpevole ma, indipendentemente da ciò, le SS in indirizzo comprenderanno lo stato di sofferenza e disagio psico-fisico in cui versa l’intero nucleo familiare della mia assistita ormai sobbalzante ad ogni squillo del campanello di casa. Per queste ragioni invoco, nei limiti delle rispettive competenze, il tempestivo intervento delle SS in indirizzo volto al non più differibile aggiornamento della posizione della costernata da tempo ex cautelata.

Con rispettosi ossequi ed anticipata gratitudine.

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