“Detto questo, considerato che ai reggini interessa poco la dialettica politica, specie in un periodo di crisi gravissima, formuliamo una proposta, chiara e definita, sul pesante ed ormai insostenibile peso dei tributi comunali, ed in particolare sulla tassazione delle aree edificabili. Ma veniamo ai fatti. Il Comune ha notificato, tra la fine del mese di dicembre u.s. ad oggi, una pioggia di avvisi di accertamento ICI ed IMU sulle aree edificabili, accertamenti relativi a ben 5 annualità di imposta dal 2009 al 2013, per circa 10 milioni di euro. Un comportamento – continua la nota- che ha gettato nel panico i cittadini che, da un lato non hanno compreso tale richiesta, essendo gli avvisi incomprensibili e carenti di motivazione, e dall’altro non hanno capito il perché della notifica contestuale di tutte e cinque le annualità! Comportamento che l’Amministrazione Comunale ha cercato, in maniera grossolana e subdola, di giustificare, addossandone la responsabilità ai Commissari ed addirittura alla precedente Amministrazione, correndo poi ai ripari, ingannando l’opinione pubblica spacciando la soluzione (accertamento con adesione), come una trovata benefica di questa amministrazione quando invece lo strumento è previsto da una legge dello Stato del 97 e dal regolamento comunale del 1999. La nostra proposta è di procedere, immediatamente, all’annullamento degli avvisi relativi alle annualità dal 2010 al 2013, soluzione che si fonda su due semplici considerazioni: La prima è che gli avvisi di accertamento emessi sono a forte rischio di annullamento in sede contenziosa per palesi illegittimità, con la quasi certa condanna alle spese in capo all’Amministrazione Comunale, la seconda è che, in un momento di gravissima crisi o meglio di totale carenza di liquidità, il Comune non incasserà quanto previsto. In conclusione l’annullamento degli avvisi consentirebbe di evitare il rischio contenzioso e gli aggravi di spesa, di esaminare le singole posizioni in contraddittorio con i cittadini, solo relativamente all’anno 2009, evitando così inutili angosce, e, perché no, consentirebbe di operare la tanto declamata revisione delle tariffe”.
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