Reggio: “contro la mozione Ripepi approvata in consiglio comunale”

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“Dall’ultimo consiglio comunale di Reggio Calabria prendo atto dell’unanimità d’intenti (fatta eccezione per l’astensione del presidente Delfino) dei consiglieri comunali nel “sottolineare” la contrarietà “ verso qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia, comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli, ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno di una famiglia naturale”. La mozione è stata proposta dal consigliere di minoranza, Massimo Ripepi (FI), ma ha visto l’assenso dei consiglieri di maggioranza, compresi quelli del mio partito (PD) e del Sindaco della città. E bene ha fatto Ripepi a ricordare che anche la Lega Nord, lo scorso Ottobre, ha avanzato ed approvato questa proposta nel consiglio regionale del Veneto, sulla scia presa in precedenza dalla massima assemblea lombarda. In questo caso, però, assistemmo alla massima contrarietà dei consiglieri del Partito Democratico, l’esatto opposto di quanto avvenuto oggi nell’aula di Palazzo San Giorgio” afferma in una nota Anna Rita Leonardi dirigente regionale del Pd. “Tuttavia, a prescindere dalle decisioni prese da altri enti locali, resto meravigliata (in maniera assolutamente negativa) dall’atteggiamento del mio partito di fronte a questa scelta, presa senza dar corso ad alcuna discussione né durante la massima assise cittadina, né negli organi di partito preposti. Ancor più gravi trovo le motivazioni dell’unico consigliere del PD espressosi sulla questione, la dott.ssa Serranò, che ritrova nel crocifisso, esposto in consiglio, l’ispirazione e la motivazione che l’hanno portata a votare a favore della mozione del consigliere Ripepi. Entrando nel merito delle affermazioni di quest’ultimo, ho trovato assolutamente assurde e allo stesso tempo confusionarie le motivazioni che portano a criticare il DDL Scalfarotto, disegno di legge che, ricordo, ha l’intento di punire chiunque “istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sull’omofobia o transfobia […] “. In relazione a ciò vorrei capire se il voto dei miei consiglieri comprenda anche il dissenso verso questo atto parlamentare (che, ricordo, vede come primo firmatario un parlamentare del PD e, come sottoscrittori, numerosi ed importanti esponenti dello stesso partito), oppure se il voto sia solo la manifestazione del dissenso verso le indicazioni contenute nel “Documento Standard per l’educazione sessuale in Europa” e sulle pratiche in esso presenti. Ancor prima – prosegue- di contestare il merito delle scelte, mi chiedo come sia possibile arrivare a questa posizione assurda nelle modalità a cui abbiamo assistito: una mozione al termine del consiglio comunale presentata da un consigliere di minoranza e la totale assenza di una discussione documentata, all’altezza del delicato tema che si stava trattando. Ci siamo spesi in campagna elettorale e in questi mesi di governo affinchè potesse essere istituito il registro delle unioni civili, ed oggi ci ritroviamo ad approvare la proposta della “Giornata della Famiglia Normale”. Mi chiedo, perchè non proporre una “Giornata delle Famiglie”? Perchè non permettere che, sia sul decreto Scalfarotto, sia sul “Documento Standard per l’educazione sessuale in Europa”, si aprisse, per tempo, un’ampia discussione politica? Come hanno potuto i consiglieri del PD votare una mozione in cui si chiede la non applicazione di un documento redatto dall’ufficio europeo dell'”Organizzazione mondiale della sanità”? Alla luce di tutto ciò e su invito anche dello stesso sindaco Falcomatà, chiedo ai consiglieri del Partito Democratico, alle altre forze politiche presenti in consiglio e ai dirigenti del PD, di modificare la decisione presa in merito alla mozione Ripepi. Reggio Calabria -conclude- deve essere una città simbolo per il nuovo corso del Paese, e non possiamo prendere decisioni dimenticandoci il ruolo, politico e culturale, che ricopriamo in Europa”.

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