Traghetti e aliscafi paralizzati dallo scirocco, Reggio e Messina isolate: hanno vinto i “No Ponte” e lo Stretto resta un muro

StrettoWeb

Senza il Ponte, lo Stretto continua ad essere un “muro” che separa Calabria e Sicilia: basta un po’ di vento per isolare due città e bloccare numerose attività produttive

E’ stato un lunedì terribile per i trasporti nello Stretto di Messina. Il vento di scirocco ha soffiato intenso con raffiche fino a 80km/h tra Scilla & Cariddi per tutta la giornata, compromettendo per l’ennesima volta il regolare traghettamento tra le due sponde. I servizi di collegamento sono stati bloccati dalle ore 6 alle ore 13 a causa del mare in tempesta. Fermi nei porti sia gli aliscafi che i traghetti, per oltre sette ore hanno attraversato lo Stretto in tempesta soltanto le navi bidirezionali Bluferries e le navi ferroviarie che però non imbarcano i pedoni ma soltanto mezzi gommati. Insomma, Reggio e Messina sono rimaste letteralmente isolate: è bastato un po’ di vento, neanche eccezionale o troppo forte, a paralizzare numerose attività produttive, lasciando a terra migliaia di pendolari che quotidianamente si spostano per motivi di studio e lavoro (sono circa 12.000).

Spaventose le immagini del traghetto che non è riuscito ad attraccare a Villa ed è dovuto addirittura tornare a Messina, rischiando per giunta di avere un incidente (qui il video). Mariano Massaro e Michele Barresi, rappresentanti sindacali dell’ORSA, ci tengono a precisare che “non sono fatti sporadici, in un tratto di mare spesso battuto dallo scirocco non si può non prevedere che il fragile servizio garantito dai mezzi veloci si fermi. In mancanza delle navi ferroviarie, come qualcuno prevede un domani, saremmo davanti al blocco della continuità territoriale sullo Stretto o costretti a demandarla ai soli vettori privati. […] In questo momento non possiamo non chiederci se sia realmente “moderno ed efficiente” studiare il futuro della continuità territoriale anche ferroviaria basandosi unicamente su un sistema di traghettamento veloce macchinoso e meteoropatico e non sia invece più semplice e intuitivo capire che quest’ultimo può e deve essere solo complementare e sussidiario all’attuale modalità di traghettamento meglio organizzata e resa più efficiente“. Chiaramente i sindacati dell’ORSA fanno riferimento ad “alternative” modalità di traghettamento rispetto alle attuali, ma la realtà è che naufragato il progetto del Ponte sullo Stretto, affossato dal governo dei “tecnici” guidato da Mario Monti, questo piccolissimo specchio d’acqua rimane un muro invalicabile che separa due Regioni e due città così importanti come Calabria e Sicilia, come Reggio e Messina. 

Accorinti, Falcomatà, Crocetta, Oliverio, Renzi e il Pd: ormai tutto in Italia, Calabria, Sicilia, Reggio e Messina è in mano a chi negli anni ha portato avanti battaglie “No Ponte”: questi sono i risultati. Lo Stretto rimane nel Medioevo, il progetto del Ponte è uscito anche dal dibattito politico, non se ne parla neanche più. I due Sindaci, i governanti e gli amministratori si incontrano, ci hanno riempito la testa di “flotte dello Stretto”, di “città metropolitana”, di “una sola comunità dello Stretto”. Dovrebbero però essere un po’ più pragmatici e spiegarci come tutto questo si possa realizzare. Passi pure che Falcomatà e Oliverio sono insediati da appena pochi mesi, che Renzi e il governo hanno ben altri problemi, ma Accorinti è Sindaco di Messina da ormai quasi due anni, Crocetta è Presidente della Sicilia quasi da tre. E oggi le due sponde dello Stretto sono molto più lontane di due e tre anni fa. Il servizio Metromare viene rinnovato di sei mesi in sei mesi come se fosse un successo ma in realtà è stata la prima sconfitta, adesso gli aliscafi non sono ne’ “veloci”, ne’ economici ne’ frequenti come erano quelli che garantivano ben altri servizi fino al 2009-2010, comunque con tutti i problemi del traghettamento e dell’assenza di un collegamento stabile.

Il Ponte è e rimane l’unica soluzione non solo in termini macroeconomici per l’Italia e il Mediterraneo, non solo per rappresentare un’infrastruttura logistica strategica per tutto il Sud, non solo per l’indotto turistico e simbolico (in entrambi i casi incommensurabile), non solo per l’aspetto lavorativo, ma anche per lo Stretto, per i trasporti nello Stretto, per la concretizzazione di tutti i processi di integrazione tra due sponde che mai potranno essere davvero una sola comunità se i cittadini non avranno la possibilità di spostarsi liberamente da Reggio e Messina come se andassero da Messina a Milazzo o da Reggio a Scilla. Solo con il Ponte Reggio e Messina potranno diventare davvero due quartieri di un’unica, grande, città metropolitana. Ma hanno vinto i “No Ponte” e lo Stretto resta nel 2015 il muro che era tremila anni fa, con la differenza che allora il Ponte non potevano farlo perché non avevano le conoscenze scientifiche, tecnologiche e ingegneristiche. Oggi tutto è possibile, ma siamo noi a non volerlo. E allora che nessuno si lamenti se la gente rimane a terra, non può andare a lavoro o all’università. E’ lo Stretto (diviso) che abbiamo (avete) voluto.

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