Messina, adesso basta: l’incidente è la regola, non l’eccezione. Serve un colpo di reni per la sicurezza dei cittadini

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L’incidente di oggi sul viale Boccetta testimonia l’emergenza continua legata alla circolazione dei mezzi pesanti a Messina. Tutto ruota attorno al Porto di Tremestieri: il tempo passa ma i problemi restano

Se tutto va bene, l’avremo fatta franca un’altra volta: l’ennesimo incidente sul viale Boccetta sarà derubricato a fatto grave ma non mortale, per la fortuna degli automobilisti coinvolti. Epperò questo non deve fare scemare l’attenzione, perché l’incidente di questo pomeriggio non è un episodio isolato, ma l’ultimo atto di un dramma che ha già mietuto vittime e feriti. E’ chiaro: negli incidenti stradali c’è sempre una componente fortuita, legata alla casistica. Nessuno può prevedere che un mezzo pesante scheggi impazzito a causa di un guasto all’impianto dei freni, ma qualcuno – nella fattispecie l’autorità politica – ha il dovere d’immaginare le possibili conseguenze di una simile fatalità.

Da anni questa città discute del destino dei mezzi pesanti, banditi dalle vie del centro, presunti esuli sempre pronti a tagliare in due il territorio messinese. E’ una condizione anomala, lo sappiamo tutti, e nonostante la volontà di risolvere il problema sia retoricamente trasversale, alla prova del nove i buoni propositi non trovano applicazione e restano lettera morta. Neppure Renato Accorinti, l’eroe dei due mondi che si era battuto per trent’anni contro questo scempio, sembra essere riuscito a prendere di petto la situazione, segno di una debolezza strutturale dei poteri dell’Amministrazione cittadina, perennemente in balìa di opposti interessi. Così a rimetterci è la cittadinanza, che paga dazio offrendo la moneta più cara, quella della propria incolumità, della sicurezza collettiva.

Inevitabile correre con la mente alle sciroccate e agli insabbiamenti del porto di Tremestieri, un’infrastruttura nata male e cresciuta peggio. I dragaggi operati nell’ultimo anno non si contano, eppure al soffiar del vento le criticità si riprongono con puntualità ciclica. Servirebbe una commissione d’inchiesta per appurare come sia stato possibile collezionare tanti errori. Nel frattempo, però, non basta alzare un polverone, indossare la fascia tricolore per mettersi sul cavalcavia e frenare fisicamente l’ingresso dei “bestioni” in città: con certe scelte, dettate forse dalla buona fede ma di sicuro impatto mediatico, si corre il rischio di criminalizzare gli autotrasportatori, quanti hanno il solo torto di lavorare. Non a caso proprio Richichi, il sindacalista dei camionisti, ha convenuto esplicitamente sulla necessità di aprire altre quattro invasature nella zona sud per liberare la città dal traffico gommato.

Meglio sarebbe, allora, risolvere una volta per tutte il dossier sullo scalo di Tremestieri, attuando nell’immediato scelte orientate alla sicurezza sul piano della viabilità, concordando un programma col corpo dei Vigili Urbani. Sul primo versante oggi il sindaco ha mischiato le carte: prendendo in contropiede l’Autorità Portuale ha chiesto una rivisitazione delle scelte, puntando al dragaggio fisso per evitare di vivere in un’emergenza continua. Sul secondo spunto, invece, non ci sono rilevanti novità, di là dal grido inascoltato del Comitato La Nostra Città.

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