“L’aeroporto reggino come servizio per i cittadini e hinterland”, lo afferma il portavoce dell’UGL

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Gianfranco Turino, parla in nome dei lavoratori e della città

Aeroporto_Reggio_CalabriaGianfranco Turino, portavoce dell’UGL Trasporto Aereo Calabria dichiara in un comuncato stampa: “Contesto pesantemente, come responsabile del centro studi dell’UGL Trasporto Aereo Calabria, chi sostiene che portando i registri in tribunale per far avviare la procedura di fallimento si salva la SOGAS una inutile, astrusa e fumosa illusione, la solita trovata del nulla facente che, forse, per coprire la mancanza di vero interesse di questi anni, cerca l’invenzione di un rimedio che diventa peggiore del male, la parte infetta va inesorabilmente tagliata, ma non in questo modo, una operazione chirurgica capace di togliere il marcio per far ripartire la parte sana. Condivido pienamente il pensiero espresso da tutti coloro che, responsabilmente, hanno censurato un simile progetto in cui la stessa Provincia di Reggio Calabria, pensava e pensa di rilanciare, ex-novo, la struttura del Tito Minniti e la sua gestione rivalutata al futuro”.

“E’ evidente – continua Turino – che i signori del palazzo, nonostante le svariate note di questi anni, inviate da tutte le sigle sindacali, non hanno memorizzato e centrato il decadimento strutturale di cui andrebbe a pagare le spese la gestione handling e i suoi dipendenti, menomando uno scalo che, fino ad almeno sei anni fa era in ascesa anche se con i soliti problemi finanziari esistenti in tutte le società per azioni che gestiscono le strutture aeree. Fermo restando e mi piace ricordarlo, soprattutto a coloro che, pensando di essere dei competenti navigati, hanno continuato ad effettuare una gestione da sfascio di antica memoria, trascurando il dato universale che la società di gestione è un ente di erogazione servizi e non produzione lucro e appartiene alla collettività e non ad un singolo o ad un gruppo di personaggi ormai poco credibili. Chi aveva veramente a cuore la continuità della società avrebbe dovuto muoversi per tempo, facendo sentire pesantemente la voce di protesta e di proposta per dare uno slancio veramente diverso alla continuità. In tempi passati quando le opinioni erano concorde e i metodi diventavano mutati e mutevoli, esisteva un costante confronto con tutte le sigle sindacali per proporre e tentare di trovare quelle vie capaci di creare traffico, turismo e voli, termini di una equazione che, alla fine del suo percorso ha ,come soluzione, la continuità economica con cui garantire una stabilità che, al contrario, per la scarsità di vedute o per leggerezza, è andata man mano scemando fino ad arrivare al baratro con un passivo senza precedenti. E’ inutile, al momento, visto il disastro, cercare il colpevole, il suo nome e la sua persona non servirebbero a salvare la SOGAS dal tracollo. Abbiamo sostenuto, come tutte gli organismi sindacali, la necessità di un ricambio generazionale a livello di dirigenza, importando nella struttura linfa nuova, ma in modo particolare gente capace, tecnici e manager, lo ripetiamo da anni, in tempi non sospetti, prevedendo quello che poteva essere un futuro a fosche titne, sostenevamo e lo sosteniamo ancora che la politica non deve entrare, attraverso le sue trame e i suoi nomi, nelle gestioni di enti come gli aeroporti, ma nel caso del Tito Minniti deve obbligatoriamente, se vogliamo veramente uscire dal tunnel, lasciare lo spazio alle figure competenti che sappiamo realmente cos’è il trasporto aereo e le sue immutate potenzialità. La situazione della gestione dell’aeroporto dello stretto al momento non presenta alcuna via d’uscita, salvo l’immissione,da parte dei vari enti di altro capitale, ma, ritengo non sia possibile per effetto delle normative sulle ricapitolazioni, bisogna di conseguenza trovare un sistema per impedire la definitiva scomparsa dell’handling reggino con tutte le conseguenze già elencate attraverso la stampa. Come centro studi posso suggerire, a livello personale come estremo paracadute di salvezza, la strada dell’azionariato popolare chiedendo ai cittadini un contributo minimo, oltre ad investire direttamente il personale per una gestione di base a compartecipazione e per un controllo di monitoraggio direttamente dall’interno del sistema, per comporre una base temporanea che permetta di uscire dalla crisi in cui verte la società per poi cercare altre soluzioni. Sono fatti e atti che arrivano solo come suggerimento a contributo di rivalutazione della struttura”.

“Concludo invitando alla convocazione di un tavolo di dibattito composto dalle OO.SS di settore, regione, provincia, comune ed ente di gestione aeroportuale per trovare, concordemente, una soluzione definitiva per continuare ad essere un servizio per la città e il suo hinterland”.

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