Il simbolo della Reggio più bella non doveva finire così: adesso è simbolo di una città allo sbando [FOTO]

StrettoWeb

I tapis roulant a Reggio furono inaugurati il 20 luglio 2009: garantiscono trasversalmente la mobilità urbana della parte centrale della città tra il Lungomare Falcomatà e la via Reggio Campi

Dovevano essere il “fiore all’occhiello” di Reggio, la modernità visibile, la tecnologia per eccellenza per unire la parte bassa e la parte alta della città ed invece, i tapis roulant, sono diventati sinonimo di degrado ed incuria. Era il 20 luglio 2009 quando i tapis roulant furono inaugurati dall’allora sindaco Scopelliti circondato da una folla di reggini festanti: esse dovevano garantire la mobilità urbana della città. La distanza complessiva servita è di 440 metri con una pendenza media dell’11%.

La copertura è costituita da una struttura in acciaio con impianto integrato di illuminazione del percorso e delle zone adiacenti, di filodiffusione e videosorveglianza. L’intero percorso è composto dalle seguenti tratte: sei tratte di tapis roulant collocati sulla via Giudecca, un impianto ascensore tra via Filippini e via Possidonea (ancora non realizzato). Due ascensori successivi per il collegamento della via Possidonea con la via Reggio Campi, zona adiacente alle Tre Fontane, collocati in maniera invisibile, sotto la scalinata monumentale (anche questo ancora non realizzato).

Sino al 2013 i sistemi tecnologici hanno funzionato tranquillamente e correttamente ammutolendo gli scettici e incantando turisti, servendo i cittadini con comodità, rendendo la città moderna e gradevole. Poi il buio: con l’avvento dei commissari le prime chiusure, l’abbandono, il menefreghismo e adesso il degrado più assoluto. Come si evince dalla foto in evidenza i tapis roulant da “sogno” tecnologico sono diventati “appendi palme”. Un qualcosa di clamoroso che la città sicuramente non merita alla luce degli altri ed innumerevoli problemi che affliggono Reggio: dal dissesto stradale all’emergenza rifiuti. Un caos infinito e la luce in fondo al tunnel non si vede proprio, mentre c’è chi giustamente si chiede se l’attuale amministrazione Falcomatà si comporta così nei confronti del Tapis Roulant per scelta o per non curanza.

 

Condividi