Giancarlo Giusti, una storia sconvolgente: dalle accuse di ‘ndrangheta al suicidio

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L’ex gip del Tribunale di Palmi agli arresti domiciliari dopo essere stato coinvolto in due inchieste su suoi presunti rapporti con esponenti della ‘ndrangheta, si e’ impiccato nella sua abitazione di Montepaone

Aveva già tentato il suicidio nel 2012 nel carcere di Opera a Milano dov’era deteuto, l’ex pm di Palmi Giancarlo Giusti, arrestato nell’inchiesta sul clan della ‘ndrangheta Valle-Lampada, condannato in primo grado a 4 anni e 4 messi di carcere, accusato di corruzione e vicinanza alla malavita organizzata. E’ stato ricoverato in rianimazione vari giorni in pericolo di vita. Poi è riuscito ad ‘uscire dal tunnel’.

Giusti era entrato nell’inchiesta nei confronti della cosca Valle-Lampada attiva sul territorio milanese. Pare che il giudice avesse frequentazioni con gli esponenti del clan i quali offrivano soggiorni gratuiti presso un noto hotel milanese oltre a prestazioni di sesso estremo con prostitute di ‘primo livello’. Già nel 2005 ebbe problemi con un’asta di una casa in cui lo stesso Giusti favorì la società dell’ex suocero, poi il clou dell’inchiesta diretta da Ilda Boccassini. Adesso era agli arresti domiciliari nella propria casa di Montepaone, nel catanzarese, dove, poche ore fa, si è tolto la vita. Una parabola sconvolgente, terribile: da giudice, ad accusato, al suicidio.

La sua morte si inserisce in un quadro ‘strano’ per la Calabria: molti dubbi ha suscitato la morte del giudice Bisceglie, deceduto in un incidente (DETTAGLI), il quale stava indagando sulla terra dei fuochi. ‘Strano’ anche l’incidente della figlia del giudice Arcadi (DETTAGLI). Insomma si annidano ombre misteriose che rischiano di creare danni indelebili per la nostra terra.

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