Reggio: “il percorso sulla Città Metropolitana deve essere condiviso”

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“Il percorso  sulla Città metropolitana deve essere condiviso, altrimenti si corre il rischio  che il nuovo  modello di governance  diventi funzionale   alle  élites di potere  trasversali  alla politica e non solo a quella dominante.  In questa direzione i timori sono più che fondati, soprattutto dopo la riunione di palazzo San Giorgio che  ha registrato uno scollamento tra gli interessi della collettività e quelli di una parte politica. La Città metropolitana di Reggio Calabria riguarda tutti i cittadini: di destra, di sinistra, di centro e non solo  quelli che oggi si riconoscono nell’amministrazione che governa la città capoluogo di provincia”.

 Lo sostiene il  segretario questore del Consiglio provinciale, Michele Marcianò, il quale  interviene nel dibattito sul lavoro propedeutico  all’entrata in vigore della Città metropolitana.

“Non c’è condivisione senza partecipazione. Ma la maggioranza di governo della città dello Stretto è convinta che la partita per la Città metropolitana possa giocarsela da sola, considerato che, per la riunione di sabato scorso, con grande sgarbo istituzionale, non ha inteso coinvolgere l’Amministrazione provinciale e  si è anche guardata bene  da invitare la componente di minoranza  ( ad esempio il Ncd) presente in Consiglio  comunale.  Assurdo che Giuseppe Falcomatà – sostiene ancora Michele Marcianò –   presuma di poter fare tutto da solo,  emulando  così Matteo Renzi che  vuole modificare la Costituzione a colpi di maggioranza.  Anche quello del Sindaco di Reggio, analogamente all’agire  del premier  Renzi, è uno strano concetto di democrazia che  subordina ogni decisione, anche quelle che riguardano il futuro di territori con  diverse caratteristiche sociali,  storiche, culturali ed economiche, al volere della maggioranza. Nessuno, in un momento di grande difficoltà, può arrogarsi il diritto di decidere da solo lo sviluppo  futuro dell’intera provincia e di una Città, Reggio Calabria, ormai allo stremo anche per il pregresso commissariamento che, nell’applicare la filosofia governativa, ha badato ai numeri rispetto alle difficoltà del cittadino”.

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