Reggio, la giunta provinciale adotta il ‘piano per il lavoro’ per l’anno in corso

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riforma-lavoro-misure-fiscaliLa Giunta provinciale ha approvato oggi  il “Piano provinciale per il lavoro” per il 2015 che vede, tra l’altro, interessati i 66 lavoratori a tempo determinato, impegnati nei Centri per l’Impiego  nell’ambito del Fondo Sociale Europeo – POR 2007-2013. Il Piano 2015, articolato su sette interventi e predisposto in sinergia tra il dirigente del Settore Formazione Professionale e Politiche del Lavoro Dott. Francesco Macheda, il suo staff e il neo Assessore Provinciale Avv. Pier Francesco Campisi (e che sarà ora sottoposto all’attenzione e approvazione dei competenti organi tecnici della Regione Calabria),  si pone in un’ ottica di continuità e consolidamento dei risultati  raggiunti dal Piano 2014, in particolare:  azioni di orientamento, tirocini ed altre misure di politiche attive del lavoro.  Ma anche come approccio innovativo per il raggiungimento di nuovi obiettivi ed in particolare l’attuazione e l’implementazione del programma “Garanzia giovani”, che rappresenta una delle più importanti opportunità per i giovani del territorio provinciale per l’approccio ad attività lavorative o a nuove forme di auto imprenditorialità.

“E’ questo il primo provvedimento  – dice il neo assessore al Lavoro e alla Formazione, avv. Pierfrancesco Campisi – che l’Esecutivo guidato da Giuseppe Raffa ha assunto dopo la mia nomina ad assessore nei delicati settori del lavoro e delle formazione. Si tratta di un programma, varato nella continuità con la linea  già tracciata dal mio predecessore, l’attuale consigliere regionale Giovanni Arruzzolo,   e in piena sintonia con il dirigente Francesco Macheda. L’approccio con le tematiche dell’assessorato di cui Raffa mi ha nominato responsabile  è  in via di approfondimento perché  richiede uno sforzo particolarmente intenso soprattutto questa primissima fase. L’obiettivo di breve termine rimane, comunque,  l’elaborazione  di iniziative  istituzionalmente condivise con la Regione, innanzitutto, ma anche con il competente Ministero. Tutte finalizzate quantomeno ad invertire la tendenza   alla rassegnazione e alla sfiducia  di intere generazioni  che sempre di più vedono nell’emigrazione l’unica prospettiva di lavoro e di vita”.

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