Reggio: Alleanza Calabrese critica i riconoscimenti attribuiti al Prefetto Piscitelli

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Enzo Vacalebre, Presidente di Alleanza Calabrese, divulga il suo pensiero sulla faccenda

Abbiamo appreso che, nei giorni scorsi, uno dei più noti club service della nostra città, il Lions club Rhegion, ha conferito all’ex Prefetto Piscitelli un premio per aver restituito prestigio alle istituzioni e dignità ai cittadini. E’ indubbio che i club service costituiscono una componente importante della società civile ed è lecito che nell’ambito della loro apprezzabile attività sociale possano decidere di premiare un proprio iscritto“. Così esordisce Enzo Vacalebre, Presidente di Alleanza Calabrese, nel suo comunicato rivolto sopratutto alla figura del Prefetto di Reggio Calabria Piscitelli.
Egli continua dicendo:”ma, se tale iniziativa viene ospitata in una sede istituzionale, come Palazzo San Giorgio, per di più alla presenza delle più alte cariche cittadine, Sindaco e Presidente della Provincia, il riconoscimento attribuito al Prefetto Piscitelli assume la connotazione di una gratificazione conferita dall’intera comunità. Ecco perché riteniamo di dover esprimere il nostro dissenso al riguardo”.
Secondo il presidente infatti:”Piscitelli, a nostro avviso, è stato il Prefetto del periodo più buio della nostra città, destinato a rimanere nella storia negativa di Reggio. Crediamo che egli appartenga a quei funzionari che non servono lo Stato ma soltanto alcune “aggregazioni” dello stessoRiteniamo che le motivazioni ed i commenti, che lo stesso dott. Piscitelli ha reso in occasione della consegna del premio, siano molto gravi perché attengono alla politica ed esulano, evidentemente e clamorosamente, dal suo ruolo e dalla sua funzione. Riteniamo che i reggini abbiamo difficoltà ad individuare in Piscitelli la persona che abbia dato lustro alla città. Proprio lui che ha determinato lo scioglimento, lui che ha bollato l’intera comunità come malata e mafiosa. Ciò appare grottesco, paradossale e sarebbe esilarante se non si trattasse di una vicenda tragica”.
Ricordando, infatti, Valacrese dice: “per chi avesse memoria corta (noi no!), ricordiamo che Piscitelli, sponsorizzato dall’On.le pd De Sena, è stato chiamato a svolgere il ruolo di Prefetto, o meglio “esecutore” di un disegno ordito a livello politico-istituzionale contro la città, dal Ministro “Kantiano” Cancellieri pur non possedendo un curriculum adeguato a ricoprire tale ruolo in una città come Reggio Calabria. Proveniente da quattro anni di attività svolta in un territorio (Macerata) poco paragonabile al nostro, si è subito distinto dando la priorità ad iniziative che pur se lodevoli , nulla avevamo a che fare con le molteplici emergenze della nostra terra, distinguendosi per l’organizzazione del gemellaggio tra i club service di Macerata e Reggio e organizzando i festeggiamenti per il 2 giugno”.
“Non ci dimentichiamo – continua il Presidente di Alleanza Calabrese – che Piscitelli ha compiuto un grave torto alla città nel momento in cui, recependo la relazione della commissione d’accesso (che poi si è rivelata fallace e macroscopicamente errata), non ha ritenuto doveroso confrontarsi con le istituzioni, che meglio conoscevano le persone e le dinamiche della città (Questore e forze dell’ordine tra tutte), inviandola “in fretta e furia” ai mandanti del piano scellerato che ha distrutto Reggio. Il comportamento del Prefetto ha di fatto avallato una relazione che ha dipinto la comunità reggina come un insalvabile ricettacolo di malavitosi, dove cooperative sociali da sempre impegnate nella difesa dei più deboli, cittadini onesti e incensurati, alti magistrati, imprenditori e stimati professionisti dopo anni di seria attività lavorativa si sono visti etichettati come ” contigui” alla ndrangheta”.
“Venti mesi per annullare ciò che i reggini avevano determinato con libere elezioni. Venti mesi per distruggere la Città. Venti mesi per consegnarla alla quaterna commissariale formata da gente che fa fatto ripiombare la Reggio nell’oscurantismo più profondo. – conclude il Presidente – Il nostro scritto solo per evitare che si perpetui il convincimento che Reggio sia la città di Giufà ed i suoi cittadini “cornuti e contenti”.

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