Le proposte del Conasco per rilanciare l’olivicoltura reggina

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AgricolturaL’olivicoltura italiana ritorna alla ribalta o quantomeno si comincia a riconsiderare il prodotto “made in Italy” per eccellenza, l’olio extravergine d’oliva.  L’incontro tra il Ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina ed i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dei produttori, dell’industria di trasformazione e della commercializzazione, significa tanto per il settore olivicolo e per l’olio reggino e calabrese. Soprattutto in un momento come questo che vede, da un lato la possibilità di mostrare l’eccellenza dell’agroalimentare al mondo intero con l’avvio dell’Expo di Milano e dall’altro la penuria di olio, mai così bassa, che si aggiunge ai tanti sacrifici economici che i nostri produttori da un paio di anni devono affrontare.

Il Conasco condivide le strategie proposte nel corso della riunione al Mipaaf-  interventi sulla struttura produttiva, qualificazione dell’olio, miglioramento della strutturazione della filiera olivicola-olearia e una più efficace politica di comunicazione – per migliorare la competitività del settore, così come ha apprezzato l’attenzione dedicata all’olivicoltura.

Tuttavia, l’organizzazione di produttori reggini, sottolinea la necessità, per il comparto olivicolo calabrese, di azioni concrete che possano essere realizzate nel breve periodo e di attività di sistema a filiera che devono essere affrontate non dalle singole aziende ma da un sistema organizzato, moderno ed efficiente.

«È necessario un piano olivicolo nazionale, che attendiamo da oltre 30 anni, coordinato e integrato con il PSR  – afferma il presidente Conasco, Carmelo Vazzana – e risorse finanziarie per trasformare radicalmente i nostri areali olivicoli, caratterizzati da uliveti secolari, impiantando nuovamente cultivar più adeguate, allo scopo di ottenere produzioni migliori sia per quantità che per qualità».

«Il Conasco- prosegue Vazzana- è pronto a mettere a disposizione dell’olivicoltura calabrese e reggina in particolare  le proprie strutture  –   frantoio sociale, centro di stoccaggio, sala panel e laboratorio di analisi dell’olio – per ottimizzare l’efficienza, ridurre i costi e affrontare il mercato al meglio, offrendo a tutti i  partners – organizzazioni e non – una governance sociale e partecipata dei propri impianti».

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