La manif pour tous: “il Comune di Reggio non si faccia vettore di propagande ideologiche”

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Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, municipio“Premesso che ogni associazione ha la libertà di manifestare e di lavorare per raggiungere le proprie finalità, leggiamo con preoccupazione la nota diffusa dal “Collettivo AutonoMIA” in merito ad un recente incontro con l’assessore Marino. A preoccuparci è il passaggio in cui si intende coinvolgere il Comune in “progetti di educazione sentimentale ed alle differenze da adottare nelle scuole”, progetti che spesso celano l’intenzione di veicolare fra i bambini una nuova ed ideologica visione antropologica: quella della teoria gender. È questa una teoria che, come discusso in un nostro recente convegno, nega la complementarità fra maschile e femminile come realtà di natura, sostituita da una visione fluida e liquida di un genere mai determinato e che può essere continuamente scelto fra una gamma di ben 77 preferenze. L’individuo, secondo questa teoria, nascerebbe neutro e solo una cultura sessista ci ha imposto la complementarità maschio-femmina come stereotipi dominanti” è quanto Giorgio Arconte di la “manif pour tous”. “Una teoria assolutamente non scientifica, che porta all’estremo visioni culturali relativiste ed individualiste e che si presta esclusivamente a rivendicazioni politiche e educative che possono avere pesanti ricadute sull’assetto della nostra società fondata sulla famiglia. Il nostro timore – continua- trova assolutamente riscontro quando nel comunicato si chiede anche “l’istituzione di una biblioteca dei bambini e delle bambine in cui, oltre ai testi liberi da stereotipi, si possano creare laboratori e campagne in tal senso”. Nessuno vuole negare o vietare alla suddetta organizzazione di poter svolgere le proprie attività ma il Comune di Reggio Calabria, istituzione di tutti i cittadini, non può diventare veicolo e strumento di propaganda ideologica per le finalità di un piccolo gruppo. Tra l’altro ribadiamo che l’educazione dei bambini è di esclusivo dominio delle famiglie così come sancito dall’articolo 30 della Costituzione Italiana e dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Pertanto, un ente pubblico, come anche il Comune, non può privilegiare visioni educative senza il previo e dovuto coinvolgimento ed assenso delle famiglie. Per tali motivi chiediamo all’assessore Marino di fare immediatamente un passo indietro rispetto a questi impegni e di rivalutare la partecipazione a questi progetti. Una vera cultura delle differenze – conclude- non passa attraverso posizioni ideologiche ma passa attraverso una sensibilità che coinvolga integralmente la persona e che parta necessariamente dal rispetto per la legalità. La storia, in questo, ci è illustre maestra”.

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