Libia, prove generali di guerra “operazione di 5 anni con 80.000 soldati”

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LaPresse/REUTERS TV/Social media via Reuters TV

Un intervento militare in Libia? ”Per disarmare le milizie sarebbe necessario occupare e controllare il Paese per cinque anni, con un’operazione che chiamerei neocoloniale, per la quale sono necessari almeno 70-80mila uomini”. Lo afferma Carlo Jean, ex generale di corpo d’armata e presidente del Centro studi di Geopolitica economica, intervistato da Qn. ”In Libia ci sono due fazioni una contro l’altra armata. Diciamo che sono ancora aperte tre possibilita’. Appoggiare il governo di Tripoli contro quello di Tobruk, oppure il contrario, o ancora perseguire una riconciliazione nazionale, come ha tentato finora il nostro ottimo ambasciatore a Tripoli Buccino muovendosi in sintonia con l’inviato dell’Onu Bernardino Leon”. ”La situazione in Libia – osserva – e’ molto aggrovigliata. Ci sono da 200 a 400 milizie locali. Non solo”. ”Le milizie di Misurata, quelle di Alba Libica, sono appoggiate da Turchia e Qatar, quelle di Tobruk dall’Egitto e tutto sommato anche dagli Emirati Arabi Uniti. Poi c’e’ l’Algeria che sostiene gli uomini in armi di Zintan e del massiccio del Jebel Nafusa”. ”A me pare che Renzi abbia versato molta acqua sui bollenti spiriti della ministra della difesa Roberta Pinotti dicendo aspettiamo l’Onu”. L’Isis secondo Jean e’ ”piuttosto marginale all’interno della guerra civile in Libia”. ”Il problema centrale resta quello di convincere le milizie a consegnare le armi”.

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