Lacquaniti: “occupazione e sviluppo industriale priorità per Finmeccanica”

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pd bandiere“Nella serata di mercoledì 4 febbraio la Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera, ha audito l’Ing. Mauro Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica. L’audizione è stata lunga e approfondita ed ha dato modo di evidenziare un deciso cambio di passo rispetto alle audizioni del precedente AD Alessandro Pansa: entrambi i manager, Pansa un anno fa, Moretti adesso, hanno presentato la situazione di crisi dell’azienda e si sono detti preoccupati, ma solo adesso con Moretti pare finalmente emergere, affiancata a un rinnovato progetto finanziario, una ben più convincente visione industriale. Finmeccanica si trova in una situazione debitoria critica, di cui bisognerà indagare le responsabilità dei precedenti gruppi dirigenti. Compromesso appare l’assetto patrimoniale” è quanto afferma in una nota Luigi Lacquaniti del Pd. “Il Gruppo sconta pure la sua natura originaria di holding fondata ai tempi dell’IRI e delle Partecipazioni statali. Strumenti che in passato hanno fatto crescere il Paese, ma che risultano ormai del tutto inefficaci nell’odierno scenario economico e finanziario internazionale, profondamente mutato. Non a caso non si parla più da tempo di Partecipazioni statali. Condivido il progetto di Moretti di tornare a concentrarsi sul “core-business” del Gruppo, la Difesa e Sicurezza, passando quindi dalla filosofia della “holding” a quella di un unico Gruppo industriale. Tuttavia – continua- l’apprezzamento per una ritornata visione industriale di cui tanto necessita il nostro Paese, non può prescindere dalle preoccupazioni per la salvaguardia dell’occupazione e dell’indotto, in particolare in quei rami non omogenei al Gruppo che si vogliono dismettere, a partire dal settore dei trasporti. Questo rappresenta indubbiamente un peso, anche economico con il suo Ebit negativo di svariati milioni accumulatosi negli ultimi anni, ma è pur sempre un settore strategico per lo sviluppo del Paese che impiega un numero significativo di lavoratori. Con piacere – aggiunge- constato che questa preoccupazione per i livelli occupazionali ed industriali è condivisa dal gruppo dirigente di Finmeccanica, intenzionato a cedere AnsaldoBreda con la formula della cessione del ramo d’azienda, e con tanto di progetti industriali. Vigileremo affinché questo progetto e questa lungimiranza imprenditoriale si possano effettivamente realizzare. Finmeccanica è una delle più grandi aziende italiane, dotata di un background tecnologico notevole, con una grande rilevanza occupazionale, ma non bisogna dimenticare che, per quanto essa ci appaia come un gigante nel panorama industriale nazionale, si deve confrontare nel mercato internazionale con gruppi del livello di Airbus e Boeing. In questo contesto, in cui Finmeccanica si è ben difesa, non è più possibile giocare con la mentalità dell’IRI, in cui preponderante era l’intervento economico statale. Nello stesso tempo, tuttavia, il settore in cui opera questa azienda è strettamente legato alle commesse statali e una riflessione attenta va fatta pure sul ruolo che lo Stato Italiano vuole svolgere in questo campo e sulle scelte politiche. La sicurezza e la difesa sono ambiti strategici per qualsiasi Paese, per una Nazione come la nostra ricoprono un ruolo primario anche da un punto di vista tecnologico e innovativo: com’è noto, molte sono state le invenzioni nate in un contesto militare, diventate fondamentali in ambito civile. Il nuovo gruppo dirigente di Finmeccanica mi è parso abbia piena consapevolezza delle sue responsabilità, dell’importanza che questa azienda ricopre nel futuro industriale del Paese e di quanto sia nevralgico salvaguardare l’occupazione e il valore tecnologico del Gruppo, con una visione industriale in grado di svolgere un ruolo strategico nell’attuale mercato internazionale. Tutto questo fa ben sperare nella possibilità di sanare l’azienda, come già i dati economici più aggiornati dimostrano, senza dimenticare la valenza sociale di Finmeccanica nel sistema Paese. Per parte mia continuerò – conclude- a monitorare la situazione: occorrerà certamente ridimensionare i piani, circoscrivere i settori d’intervento, concentrare le risorse su alcuni progetti, ma senza che questo vada a scapito dell’alto livello tecnologico dell’Azienda che in ultimo risiede nella professionalità dei lavoratori”.

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