I vitigni identitari dei terrorir del vino calabrese e lucano sempre più alla ribalta dell’attenzione degli operatori di settore con il loro carattere marcato che racconta di una terra dai profumi intensi. Ceraudo (Val di Neto Igt Bianco Grisara 2013), Librandi Antonio e Nicodemo (Val di Neto Igt Rosso Magno Megonio 2012), Spadafora 1915 (Terre di Cosenza Doc Donnici Rosso Telesio 2011), Malaspina (Pellaro Igt Rosso 2011), ‘A Vita (Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva 2010) e Cantine Viola (Calabria Igt Bianco Passito Moscato di Saracena 2013) hanno ottenuto il riconoscimento della Corona per la Calabria, mentre Elena Fucci (Aglianico del Vulture Doc Titolo 2012), Casa Maschito – Grandi Vini Lucani (Aglianico del Vulture Doc La Bottaia 2011), Cantine del Notaio (Aglianico del Vulture Doc Il Sigillo 2010) e Martino (Aglianico del Vulture Doc Pretoriano 2009) sono i lucani premiati nella stessa categoria. A ricevere la Golden Star per la Basilicata invece ci saranno le Cantine del Notaio (Basilicata Igt Bianco Passito L’Autentica 2011), D’Angelo (Aglianico del Vulture Doc Caselle Riserva 2009), Eleano (Basilicata Igt Aglianico Teseo 2012) e i calabresi Ceraudo (Val di Neto Igt Passito Doro bè 2008), Fattoria San Francesco (Calabria Igt Rosso Vignacorta 2012), Odoardi (Calabria Igt Rosso GB 2011) e Tenuta del Conte (Cirò Doc Rosso Classico Superiore 2011).
La rinascita dei grandi vini calabresi e lucani da vitigni autoctoni
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