Emergenza terrorismo, l’esperto: “se crolla la Libia, poi toccherà all’Egitto”

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Se crolla la Libia, “il prossimo sara’ l’Egitto”: a mettere in guardia sui rischi che l’avanzata jihadista possa arrivare fino al Cairo e’ Raffaele Marchetti, docente di diritto internazionale alla Luiss. In un’intervista all’Agi, lo studioso ha avvertito che solo una coalizione internazionale che metta insieme Paesi del mondo arabo e movimenti islamici puo’ tentare di risolvere la crisi libica e di arginare l’Isis in Nordafrica. I miliziani islamici “ricevono sostegno economico e militare da fuori, da parte dell’Isis e, in modo meno evidente, da Paesi come il Qatar e l’Arabia Saudita”, ha spiegato Marchetti, “in particolare Riad sembrerebbe giocare su due tavoli”. “Sarebbe importante far scendere in campo in prima linea l’Arabia Saudita che dovrebbe schierarsi in modo evidente contro l’estremismo”, ha proseguito il docente, “un fatto che potrebbe cambiare la partita”. L’errore fondamentale commesso negli ultimi anni e’ stato quello di “ostinarsi a sostenere regimi autoritari laici, escludendo i movimenti islamisti”, come e’ avvenuto in Egitto con i Fratelli musulmani, ha sottolineato Marchetti, ma anche con Hamas a Gaza ed Hezbollah in Libano. Fino a questo momento, “le scelte politiche in tutto il mondo arabo sono state poco lungimiranti” e sara’ complicato coinvolgere nella coalizione internazionale in Libia i Fratelli musulmani fuori legge in Egitto”. Nella partita libica “ci si gioca l’egemonia nel mondo arabo sunnita e la sfida all’Isis e’ una sfida politica”, ha sottolineato ancora il docente. Infine, Marchetti ha espresso perplessita’ sul fatto che possa essere risolutivo un intervento militare in Libia e ha insistito sulla necessita’ che si trovi una soluzione politica, ma “occorrera’ molto tempo”.

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