Emergenza Libia, preoccupa l’ipotesi dei terroristi sui barconi

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In linea teorica e’ possibile che un terrorista utilizzi le traversate dalla Libia per spostarsi in Europa, ma non c’e’ alcuna evidenza che cio’ sia finora avvenuto. Sul punto convergono esponenti di intelligence e forze dell’ordine interpellati dall’ANSA dopo i documenti rivelati dal think tank Quilliam. “Se un terrorista volesse colpire in Europa – si ragiona – perche’ dovrebbe spostarsi su barconi fatiscenti col rischio di affondare e comunque affrontare poi i controlli delle autorita’ presenti sui mezzi di soccorso?”. Quella dei terroristi infiltrati sui barconi e’ un’ipotesi di scuola da tempo all’attenzione di intelligence e forze di polizia. Tra le migliaia di persone sbarcate in Italia in molti provengono da aree di conflitto come Siria, Iraq, Somalia. E, fra tanti in fuga da guerre, persecuzioni e poverta’, potrebbe esserci anche qualcuno indottrinato alla jihad, che arriva con intenzioni ostili verso l’Occidente. Finora, pero’, non esiste alcuna evidenza di terroristi entrati in Italia a bordo di barconi. E fonti di sicurezza fanno piuttosto notare come gli ultimi attentati avvenuti in Europa, da Parigi a Copenaghen, siano stati portati a termine da cittadini con passaporto europeo, non da immigrati. L’avanzata dell’Isis in Libia e l’escalation di sbarchi degli ultimi giorni pone tuttavia nuovi interrogativi. Ed il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, ieri aveva parlato di “rischio concreto” che “possibili terroristi, anche non coordinati tra loro, si nascondano sui barconi in partenza. Certo – aveva aggiunto – fino ad ora, vista la situazione delicata, ogni soggetto che arriva viene controllato in modo approfondito. Mi chiedo pero’, con molta preoccupazione, come si possano garantire controlli adeguati nel caso di arrivi in massa, magari 10.000 in un giorno”.

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