Deflazione rallenta, rincari benzina-carrello spesa: ecco come cambia la mappa dei prezzi

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L’Italia e’ ancora in deflazione ma qualcosa si muove sul fronte dei prezzi. A febbraio calano dello 0,2% rispetto al 2014 ma aumentano dello 0,3% rispetto al mese precedente, secondo le stime preliminari dell’Istat. I tecnici dell’istituto sottolineano che c’e’ la piu’ alta crescita mensile dei prezzi da un anno e mezzo (agosto 2013) e che ”l’inflazione di fondo, al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, raddoppia” allo 0,6% (dallo 0,3% di gennaio). A far ballare i prezzi sono i vegetali freschi, che vedono forti rincari a causa del maltempo, e la parziale ripresa del petrolio. E’ cosi’ che fare il pieno di benzina diventa meno conveniente (con aumenti dell’1,4% rispetto al mese scorso) e per il gasolio bisogna spendere lo 0,7% in piu’. Nel complesso i prezzi dei carburanti e degli altri beni energetici non regolamentati aumentano dello 0,5% da gennaio ma sono inferiori del 12,8% rispetto a febbraio 2014. La ripresa dei prezzi, in parte inattesa, arriva dopo l’annuncio del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, del quantitative easing (Qe), l’iniezione di liquidita’ da 60 miliardi di euro al mese che partira’ a marzo. Mercoledi’ 25 Draghi aveva dichiarato di aver ”gia’ visto alcuni effetti positivi delle nostre misure”, citando in particolare il mercato dei bond, il calo dei tassi sui prestiti e il miglioramento della fiducia di imprese e consumatori. La ripartenza dei prezzi potrebbe essere un nuovo effetto dell’annuncio del Qe e l’ufficio studi di Confcommercio afferma che ”crea i presupposti per un’uscita dalla deflazione a partire dalla tarda primavera di quest’anno”. ”La combinazione di favorevoli impulsi macroeconomici esterni e di un’eventuale politica fiscale interna nel segno della distensione – osserva l’ufficio studi – puo’ davvero concretizzare una buona ripresa economica in questo 2015”. Al contrario Confesercenti attribuisce il cambio di passo soprattutto a fattori stagionali e all’aumento di tariffe ed accise come quelle sui tabacchi. La fine della caduta dei prezzi e’ uno dei presupposti per la ripresa, ma va comunque a pesare sul portafogli di famiglie gravate da sette anni di crisi. A febbraio, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono tornati ad aumentare dello 0,7%. Questo si traduce in un rincaro di 46 euro l’anno del carrello della spesa di una famiglia di tre persone, stima l’Unione nazionale dei consumatori. Un aumento ”ingiustificato”, secondo l’associazione, perche’ ”le famiglie stanno tirando la cinghia”. Sempre dal fronte dei consumatori, Federconsumatori e Adusbef calcolano che tra il 2012 e il 2014 i consumi sono calati del 10,7% con un taglio della spesa di 78 miliardi e affermano che senza interventi ”rapidi e incisivi” del governo, ”l’andamento dell’economia non potra’ che peggiorare”. Il Codacons conclude che dall’inflazione arriva ”un timido segnale di miglioramento che tuttavia non basta ad uscire dall’emergenza” perche’ ”ancora non si assiste ad una decisa ripresa dei consumi in grado di riportare i prezzi fuori dalla deflazione”.

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