Reggio: Arci, Arci Next e i professori dell’Università per unire Medio Oriente e Mediterraneo

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“Un Mediterraneo che deve essere «nostrum» e non di odio” ecco le parole del professor Morabito sulla questione

«Abbiamo aspettato un po’ dopo i dolorosi fatti di Parigi, sui quali ci sono stati retorica, demagogia ed anche razzismo. Abbiamo aspettato per inquadrarli in un contesto più ampio parlando di temi delicati e complessi. Perché l’Occidente non può osservare il mondo da un unico punto di vista e deve ascoltare la voce del mondo islamico. Non c’è un Islam moderato perché presupporrebbe un Islam estremo che non esiste». È con queste parole che Ernesto Romeo ha spiegato il senso di “Dalle primavere arabe ai giorni nostri: quale futuro per il mondo arabo?”, iniziativa promossa da Arci ed e Arci Next in collaborazione con il Dopolavoro ferroviario. Oltre all’esponente dell’Arci Next, che ha smentito il collegamento tra immigrazione e terrorismo strumentalmente diffuso da certi politici e certi media, davanti ad una affollata e partecipe sala del Dlf, sono intervenuti anche i professori dell’università per stranieri “Dante Alighieri “ Stefano Morabito ed Ezzat Hassan, l’esperta d’arte e cultura orientale Giovanna Dodaro e l’imam della moschea di Reggio Jilali Chanouane. «Lo scontro fra civiltà e religioni è l’unica prospettiva che abbiamo? No. Invece c’è uno scontro tra potenze per la loro egemonia e sopravvivenza e bisogna ritrovare le ragioni di carattere politico ed economico. Dietro a gruppi di fanatici apertamente in battaglia contro l’Occidente, si occultano questioni come il sostegno più o meno diretto ed esplicito da parte degli stessi occidentali. Anche il sottosviluppo può portare all’estremismo. Lo scontro lo alimentano fortissimi interessi occidentali che impediscono un’inversione di tendenza. Per risolverlo, bisogna riequilibrare le disuguaglianze ridiscutendo l’ordine mondiale» ha affermato Morabito. «Perché nel decimo secolo le crociate non hanno interessato le occupate Spagna e Sicilia? Hanno toccato solo il Medio Oriente è sempre stato fonte di ricchezza e geopoliticamente importante. Anche in Africa, pure dopo la decolonizzazione europea, con i “delegati” alla guida dei vari governi, si è avuta la difesa degli interessi dei vecchi colonizzatori. Le “primavere arabe” hanno detto “no” a tutto ciò. Adesso c’è l’Isis, gli islamici sono contro di essa, niente di ciò che fa c’è nel Corano. Serve collaborazione in un Mediterraneo che deve essere “nostrum” e non di odio» ha detto Hassan. «Quella islamica è una cultura millenaria. Dobbiamo guardare a questa ricchezza culturale nell’ottica dello scambio. L’Islam non è opposto alla nostra cultura, siamo mediterranei. Il “Mare nostrum” è stato annientato, dobbiamo portare il nostro baricentro verso Sud» è stato l’intervento dell’architetto Dodaro. «L’Islam è pace, tolleranza e libertà. Il terrorismo non appartiene alla cultura islamica, è un crimine contro la nostra religione. Bisogna combattere chi usa l’Islam per propri fini e condividere il dolore con le vittime» ha concluso Chanouane questa importante occasione di conoscenza e scambio, quindi di fratellanza e pace, sempre necessaria, ma specialmente oggi davanti ad atteggiamenti di chiusura culturale e atti violenti.

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