Catanzaro, confermata la condanna per Alfredo Trapasso

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Uccise nel 2010 a colpi di pistola Antonio Aloi per un regolamento di conti

I giudici della Corte d’assise d’appello di Catanzaro hanno confermato la condanna di primo grado a 18 anni di reclusione per Alfredo Trapasso, 35 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio di Antonio Aloi, l’operaio ucciso con quattro colpi di pistola ed il cui corpo fu bruciato in un casolare di Simeri Crichi la sera del 19 settembre 2010. Al termine della requisitoria il sostituto procuratore generale Salvatore Curcio aveva chiesto la condanna dell’ imputato a 21 anni e 6 mesi di reclusione ritenendo il delitto premeditato. Nel corso del processo i difensori di Trapasso, gli avvocati Nicola Cantafora e Luigi Falcone, hanno contrastato la tesi dell’accusa. La sentenza di primo grado era stata emessa nel giugno del 2013. L’accusa ha sempre sostenuto che Trapasso avrebbe portato Aloi nel casolare dove poi lo avrebbe ucciso con una pistola calibro 7,65 e successivamente dato alle fiamme. Il delitto sarebbe stato compiuto nell’ambito di un regolamento di conti tra Trapasso e la vittima. Al momento del fermo sul corpo di Aloi furono riscontrate ustioni ritenute compatibili con l’incendio del cadavere.

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