L’arcivescovo Calogero La Piana ha messo nero su bianco le difficoltà della comunità. Rivolgendosi ai fedeli, l’alto prelato ha voluto divulgare un messaggio di speranza, in antitesi alle problematiche economiche, alla crisi che attraversa il mondo del lavoro, al “valore della vita messo a repentaglio da perversi meccanismi di una società manifestamente egoista e violenta“. Quasi ribaltando l’ordine delle priorità, il sindaco – Renato Accorinti – ha parlato di “rivoluzione dell’amore“, spiegando come il vangelo degli amministratori debba essere la Costituzione.
E intanto la città si spegne lentamente. Una lunga agonia per nulla frenata dalla classe dirigente: l’emergenza occupazionale è sotto gli occhi di tutti e, di là dall’impegno profuso nei confronti dei precari del Comune, non si ricorda un solo atto che abbia interessato il mondo del lavoro.
C’è poi la questione degli addobbi e delle feste. Perché se l’albero di Cairoli è stato rispedito al mittente e trasferito sull’isolato 13, tanto brutto pareva ai commercianti, adesso perfino il capodanno è messo in discussione. Tonino Perna, assessore alla Cultura, è tornato a minacciare le sue dimissioni. Come un Cossiga d’annata, l’esponente della Giunta ventila puntualmente questa ipotesi: “mi dimetto, anzi non mi dimetto più” sembra dire a fasi alterne, sulla base della disponibilità economica concessa con indulgenza dalla Corte dei Conti.
Non è così che si ragiona, non è così che si amministra una città: la situazione in cui versa l’erario pubblico è nota, ciò che è ignoto – perfino ai dirigenti del Comune – è il criterio con cui si determina la programmazione della Giunta.
E proprio sotto le pendici dell’Etna il 31 dicembre sarà scoppiettante: grazie al contributo offerto dai privati si celebrerà un concerto dedicato a Lucio Dalla, con artisti di primo piano come Simone Cristicchi e Paola Turci. E a Messina? Niente, nisba, nada. Nessun impegno nell’agenda cittadina. Allo scoccare della mezzanotte resterà il sapore amaro della sconfitta. Non ci saranno lotterie, come nel mese di Agosto, e non ci saranno mecenati illuminati disposti al sacrifico. Messina si conferma provincia “babba”: un po’ per pigrizia, un po’ per incapacità.