Cambiamo Messina verso il Basso: un anno fa la città era più vivibile. Il Sole non fa sconti

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Cambiamo Messina dal Basso. Era questo il motto con cui Renato Accorinti si era candidato a governare la città. Da un lato l’ex professore di Educazione Fisica parlava apertamente di trasformazioni, puntava a migliorare la qualità della vita della comunità peloritana, a recuperare gli spazi verdi, a rimpinguare le casse del Comune, a portare una ventata d’onestà; dall’altro c’erano i volti, un po’ sbiaditi, dell’Ancien Regime, di chi nel bene e nel male questa città l’aveva già amministrata. La speranza di una scommessa, di un cambiamento, o la continuità: fu questo il leitmotiv della campagna elettorale. Ebbene dopo un anno e mezzo di governo i messinesi s’interrogano sui risultati tangibili che Accorinti avrebbe conseguito, sulla portata del cambiamento epocale promesso ma a dir poco impalpabile.

Sì, perché di là dalle beghe interne, dalla guerra civile che si è consumata sull’isola pedonale o dall’inaugurazione di una pista ciclabile di lillipuziana memoria, i dati offrono spunti interessanti. La fotografia, stavolta, non la fornisce la stampa locale, misticamente eletta a nemico giurato della Giunta, ma il Sole24ore, di certo alieno dalle controversie di piccola bottega che animano tensioni e dissapori a Palazzo Zanca. Stilando la consueta classifica sulla vivibilità delle province italiane, Messina – in dodici mesi – è scivolata dalla novantunesima alla novantaquattresima posizione. Una débâcle.

Adesso si disputerà sui criteri con cui sono state vagliate le numerose realtà dello Stivale, sulla disparità di partenza fra Meridione e Settentrione, si affibbieranno colpe alla burocrazia, al Tar o alla ritrosia di chi è incivile per vocazione. Si dirà che questa Giunta va avanti senza padrini né padroni ed è proprio questo a costituire una minaccia per i potentati di ieri, per chi ha lucrato sulle miserie della città. Resta, però, un dato sullo sfondo: in un anno di governo, Accorinti non solo non ha portato la trasformazione promessa, ma ha addirittura assistito impotente ad un peggioramento della situazione. E non credo, francamente, che nell’indice di vivibilità siano rientrate le polemiche coi sindacati sui servizi sociali, le liti col Prefetto Trotta, il dossier Palanebiolo, la situazione di Casa Mosè e tutti gli altri eventi di cronaca politica che hanno afflitto il primo cittadino, eventi che abbiamo raccontato, con puntualità, negli ultimi mesi. Non credo siano rientrate nemmeno le perplessità sulla tenuta finanziaria avanzate dalla Corte dei Conti. E’ un giudizio secco sulla qualità della vita. Una bocciatura che lascia l’amaro in bocca.

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