Reggio: “31 milioni di euro nelle casse comunali, perplessità sulla modalità di gestione dell’ente”

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“I commissari chiudono la loro esperienza a Palazzo San Giorgio lasciando nelle casse un attivo pari 31 milioni di euro. Una notizia, diffusa nelle ultime ore che, sebbene va letta come un evento positivo per la nostra comunità, allo stesso tempo, solleva non poche perplessità sulla modalità di gestione dell’ente e sul modo di intendere e di operare per il bene comune” afferma Vacalebre di Alleanza Calabrese e Cristiano di Dialogo Civile. “E ci chiediamo perché in questi anni di commissariamento la cittadinanza sia stata costretta ad abdicare ai propri diritti, a rinunciare persino ai servizi più essenziali di fronte al reiterato e perentorio “non ci sono soldi”. Oggi capiamo che così non stavano le cose. Oggi capiamo – proseguono- che volutamente si è tenuta una città allo stremo delle proprie forze, schiacciata sotto il peso di una pressione tributaria che, alla luce di quanto dichiarano i commissari, appare immotivata. Il regime “lacrime e sangue” imposto ai contribuenti e ai cittadini è forse, piuttosto, servito ad accrescere l’esasperazione e la contestazione nei confronti delle precedenti amministrazioni. Pagare i debiti, dare respiro a tante famiglie reggine, erogare servizi. Tutto questo era concretamente nelle possibilità dell’ente se oggi nelle casse c’è un attivo di tale portata. Legittimamente osserviamo che, forse, sarebbe stato più opportuno, secondo l’ottica di un buon padre di famiglia, allentare la fame che, in questi anni, in città è stata palpabilissima, anziché consegnare il bottino di risorse al nuovo sindaco. I fronti su cui intervenire, disponendo di una simile liquidità, sarebbero stati tanti. Si poteva dare sostegno alle partecipate e, conseguentemente, regalare qualcosa di più di una speranza alle tante famiglie dei dipendenti che lottano da oltre un biennio per la quotidiana sopravvivenza in attesa di una collocazione stabile e regalare alla Città con il loro lavoro delle strade percorribili, pulite. Si poteva avviare un programma di manutenzione straordinaria degli edifici scolastici di Reggio, frequentati ogni giorno da decine di migliaia di nostri figli, che sono abbandonati nelle mani di Dio e nella speranza che possa vigilare su di essi affinchè non capiti una tragedia annunciata. Abbiamo citato alcuni dei focolai di disperazione che in Città sono stati artificiosamente alimentati dagli stessi commissari governativi ma potremmo continuare con un lungo elenco di fatti, più o meno eclatanti, che testimoniano come i reggini siano stati a lungo presi in giro. Basti pensare che solo un mese fa i commissari e i dirigenti comunali si sono autotassati per fare una colletta per l’acquisto del cero votivo per le festività mariane. Donando l’ultimo schiaffo esponendo dal balcone della Casa dei Reggini quel drappo (si sarebbe potuto realizzare con falso velluto cinese al costo di € 100) in onore della nostra PADRONA che ancora grida vendetta. Non comprendiamo, a tutt’oggi -concludono- perché in una Città già privata di rappresentanza democratica e di un qualsivoglia riferimento politico è stata scelta la strada di vessare i contribuenti, disattendere le istanze della gente, anche le più elementari e basilari, e creare, alimentare le emergenze affinchè i Reggini rimangano sempre e solo sotto la scure del potere e dei clientelismi”.

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