Messina, la discarica di Mazzarrà Sant’Andra? Un autentico pericolo

StrettoWeb

messina rifiutiLa discarica di Mazzarrà Sant’Andrea finisce nel centro del ciclone. Da un lato è il sindaco di Furnari, Mario Foti, a sparare a zero contro di essa: “è un’opera abusiva, s’impone un’immediata chiusura” ha affermato il primo cittadino, evidenziando i pericoli per la salute pubblica. Secondo Foti, l’abuso edilizio del sito emerge “dai rilievi fatti dal Dipartimento regionale in occasione del rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale” e dal fatto che “la società TirrenoAmbiente Spa ha accumulato più di 30 metri in altezza di rifiuti per tutta la circonferenza della discarica, oltre ad aver smantellato abusivamente un tratto di montagna ed aver abbancato terre da scavo senza alcuna autorizzazione“. Dall’altra parte è Sonia Alfano, già presidente della commissione europea antimafia, a evidenziare come l’opera sia “staticamente instabile e pericolosa, insistendo in un’area a rischio idrogeologico“.

soniaalfano-400x215Denunciando “una preoccupante situazione dalla quale potrebbe derivare un improvviso crollo con sversamento incontrollato di percolato nell’alveo del Torrente Mazzarrà”, Alfano attacca il Cda di TirrenoAmbiente: “ha semplicemente modificato i vertici, mentre i componenti di parte pubblica e privata, dimessisi senza adeguate motivazioni, sono di nuovo in carica quasi nelle stesse identiche poltrone. Ci si sarebbe aspettato che la predetta società chiedesse al suo amministratore delegato Giuseppe Antonioli (arrestato e rinviato a giudizio nel procedimento penale n.10308/2011 Rgnr del Tribunale di Palermo nel quale è stata emessa l’ordinanza ex art. 292c.p.p.del 14 luglio 2014, avente ad oggetto una ipotesi di corruzione di un funzionario regionale) di farsi opportunamente da parte, stante inoltre che, a quanto è dato sapere, ha a tutt’oggi operante il divieto di dimora in Sicilia. Così non è stato. A questo si aggiunga che il nuovo amministratore delegato (Lorenzo Piccioni, ndr) è un politico noto per essere stato componente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul ciclo dei Rifiuti e assurto ai fatti di cronaca per avere divulgato un documento riservato finito nelle mani di soggetti esterni che dovevano essere ascoltati dalla Commissione d’Inchiesta, e di averlo consegnato al manager di Impregilo spa, ing. Rubegni. Come si evince dai verbali della seduta dell’08.02.2012, presieduta dall’on. Gaetano Pecorella, il comportamento del senatore Lorenzo Piccioni, convivente della cognata del sig. Antonioli, comprometteva l’indagine in corso e la riservatezza dei lavori della Commissione d’indagine, al punto che il Presidente Pecorella deferiva la questione al presidente del Senato Schifani”.

Condividi