Terna, i comitati di tutela contro il “Monostelo di classe”: “L’aspetto macabro è la ricerca di consenso nelle scuole”

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Il monostelo di Terna che “svetta” nel centro abitato di Venetico Superiore

Ecco la nota indirizzata al Commissario della Provincia Regionale di Messina, Filippo Romano, all’InFEA e all’ARPA Sicilia, e trasmessa agli organi di stampa, a firma di Maurizio Scarpari – Comitato per la tutela di Venetico; Antonino La Rosa – Associazione I Cittadini Villafranca Tirrena; Giovanni Mento – Associazione MAN (Mediterranean Of Nature); Rossana Giacobbe – Comitato Saponara e il suo futuro.

Egregio dottore,
leggiamo increduli sulla stampa di venerdì della Sua iniziativa mirante sostanzialmente a soc-correre la società Terna che cerca di recuperare nelle scuole una immagine a dir poco deva-stata, viste le sommosse in atto da diversi anni presso le popolazioni del versante tirrenico che si vedono costrette a dover subire l’imposizione di un’opera densa di criticità insuperabili sotto tutti i punti di vista: sanitario, naturalistico, paesaggistico e ambientale in genere.

Eppure lo Statuto della Provincia Regionale, che Le consigliamo di leggere e di far leggere ai Suoi dirigenti, è totalmente permeato di queste tematiche: basti pensare agli articoli 5, 9, 13 e 22, che vorrebbero porre la Provincia Regionale di Messina al centro delle iniziative di tutela del territorio e della salute e della qualità della vita dei cittadini.

Ci saremmo pertanto aspettati dalla SS un intervento consono al ruolo rivestito nella presti-giosa istituzione, con priorità assoluta a favore della bonifica della Valle del Mela, tristemente in cronaca da qualche settimana per la sfiorata catastrofe; ma la SS, trascurando gli effetti di cumulo degli inquinamenti, si presta a dare sponda a Terna per la realizzazione di un ennesi-mo elettrodotto tra Villafranca Tirrena e Sorgente.

E’ indubbio infatti che l’iniziativa di Terna ha lo scopo sostanziale di fare accettare al territorio un altro intervento insostenibile, prima di tutto per gli aspetti sanitari legati all’inquinamento elettromagnetico, che nel territorio del Mela presenta da molto tempo una tragica evidenza, ignorata dalle istituzioni: basti ricordare che il decreto regionale di individuazione dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale risale addirittura al 2002, ma non è stato seguito da al-cun intervento, anzi tutte le iniziative sono andate in direzione opposta.

L’aspetto poi macabro della Sua iniziativa è di favorire la ricerca di un consenso proprio nei giovanissimi alunni delle nostre scuole, proprio quelli destinatari dell’incremento delle leu-cemie infantili per esposizione ai campi elettromagnetici, per opinione addirittura condivisa tra asserzionisti e negazionisti del danno da inquinamento da campi elettromagnetici a bassa frequenza (vedi pubblicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità). Le sarebbe inoltre utile legge-re qualcuno dei lavori del prof. Gino Levis: non per trarre conclusioni in un campo dominato dall’incertezza, ma per far valere il legittimo dubbio che non può che portare al principio di precauzione, base fondamentale degli stati comunitari.

Come ignorare poi gli aspetti naturalistici, vista l’incompatibilità con il Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale dei Monti Peloritani, che è Suo preciso dovere rispettare e fare ri-spettare, e non solo per il fatto che l’Amministrazione da Lei presieduta aspira all’utilizzo massivo dei fondi comunitari: ci rendiamo conto che la società Terna, con la promessa di compensazioni, peraltro previste dalla legge, è riuscita ad ammorbidire sino ad oggi troppi sindaci ed amministratori e prosegue in questa direzione.

Incredibile poi il coinvolgimento dell’InFEA, sorta a livello nazionale e regionale per affronta-re tematiche di altissimo livello culturale nel campo della biodiversità e della tutela e ridotta a perseguire interessi ben definiti lontanissimi dalle finalità costitutive, in un’ottica di provin-cialismo esasperato che ci pone ben oltre i margini della società civile.
Ma c’è ancora un altro aspetto su cui richiamiamo la Sua attenzione: è proprio il Piano Pae-saggistico dell’Ambito 9, che la SS dovrebbe rispettare e fare rispettare, a definire gli elettro-dotti come interventi di rilevante trasformazione del territorio, al punto da escluderne addi-rittura la realizzazione ope legis in alcune aree di grande rilevanza paesaggistica. Questo già per i normali elettrodotti, ma qui siamo in presenza di torri in acciaio che possono andare an-che ad 80 metri, con un complesso di ben diciannove cavi.

Chiediamo che Ella, come commissario, rispetti e faccia rispettare le norme vigenti, soprattut-to quando queste norme vanno nella direzione della tutela del territorio e delle popolazioni che lottano già da diversi anni a tutti i livelli, per ottenere una qualità della vita ben differente da quella che ci si può aspettare in prossimità di queste mega strutture, anche alla luce delle evidenze statistiche che riguardano il territorio tra Messina e Milazzo.

Le chiediamo pertanto di rivedere la Sua iniziativa e di porre attenzione prima di ogni cosa al-le giuste richieste delle popolazioni della Sua provincia, riportate quasi giornalmente dai mass media.

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