Sicilia, il legale del boss Riina potrà interrogare Napolitano

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Il difensore del boss mafioso Totò Riina potrà interrogare il prossimo 28 ottobre, al Quirinale, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell’udienza del processo della trattativa tra Stato e mafia. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Palermo che ha così accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Luca Cianferoni. Il difensore potrà fare a Napolitano domande su quanto accadde nel ’93 nel periodo delle stragi mafiose di Roma, Firenze e Milano. A questo punto viene ampliato dai giudici della Corte d’Assise il capitolato di prova stabilito dai giudici.

In particolare le domande verteranno sui documenti depositati nella scorsa udienza dai pm del processo e che riguardano degli atti riservati del Sismi, del ’93, sul pericolo attentati all’allora presidente della Camera Giorgio Napolitano. Nell’ordinanza la Corte d’Assise parla di una prova “nuova” che “non è manifestamente superflua ne irrilevante”.

Nell’ordinanza si legge inoltre che per le prerogative costituzionali di cui gode il capo dello Stato, la sua deposizione al processo per la trattativa Stato-mafia “non può prescindere dalla disponibilità” del presidente della Repubblica “di cui la Corte non potrà che prendere atto”.

Durante l’udienza non saranno ammessi computer, telefoni cellulari o altri “strumenti di registrazione”, ha annunciato il presidente della Corte d’Assise di Palermo, Alfredo Montalto. Dell’udienza, che avrà inizio alle 10, sarà attuata l’ordinaria audio registrazione.

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