Reggio: “Il codice etico non basta, serve indagare a fondo”

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«La scelta dei candidati per le prossime consultazioni regionali non può essere limitata al semplice controllo della fedina penale di ciascun concorrente». Lo afferma, in una nota stampa, il coordinatore provinciale dei “Socialisti Uniti – Psi” Reggio Calabria, Pierpaolo Zavettieri. «Pur ritenendo doveroso schierare uomini e donne che non abbiano precedenti penali con la giustizia, occorre scandagliare il sottobosco che, in un modo o nell’altro, nutre interesse verso la politica e le cariche elettive. I partiti – spiega meglio Zavettieri – dovrebbero infatti conoscere ogni suo singolo esponente, scegliendo persone di specchiata moralità per rappresentarli in ogni sede istituzionale. Il codice etico, infatti, era presente già alla scorsa tornata regionale, quella del 2010, ma la sua applicazione non ha impedito terremoti giudiziari alla Regione amministrata dal centrodestra di Scopelliti». Per Zavettieri, infatti, occorrerebbe andare a fondo. «Guardare alla sola fedina penale – provoca Zavettieri – significa abdicare all’autonomia dei partiti, attendendo semplicemente un “sì” o un “no” dall’antimafia e dal potere giudiziario. La verità è più complessa e ogni partito, per evitare gli errori del passato, dovrebbe conoscere e valutare i rapporti di ogni candidato, quali gli interessi sottostanti e le forze e i gruppi che ne stanno alle spalle. Diversamente si rischia, dietro le dichiarazioni di facciata, di lasciare tutto come prima, applicando un codice etico formalmente rigoroso ma inefficace, che non salva dai rischi di inquinamento delle liste».

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