Né per droga né per armi: il porto di Gioia Tauro rilancia il suo ruolo con il World Trade Center [FOTO]

StrettoWeb

Polo logistico integrato per favorire un più profondo rapporto con il territorio circostante. E’ questo lo spirito del progetto del World Trade Center di Gioia Tauro, un progetto ambizioso realizzato a seguito di una convenzione stipulata nel 2012 tra la Regione Calabria e il Dipartimento di Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea (DARTE) e presentato stamattina in una conferenza stampa presso i locali dell’ateneo reggino.

Dopo i saluti del rettore, prof. Pasquale Catanoso, ha preso la parola l’on. Luigi Fedele, assessore ai trasporti della regione Calabria.

Sono circa 70 i milioni di euro che potrebbero trasformare il volto del porto di Gioia Tauro con la creazione del World Trade Center, un polo logistico integrato d’avanguardia e d’eccellenza di cui l’università di Reggio ha curato lo studio di fattibilità presentato stamane.

“Bisogna far decollare le potenzialità del porto  -ha affermato con fermezza l’on. Fedele- far si che sia un vero porto commerciale al passo con i tempi di cui sentir parlare non solo per i traffici di droga o i sequestri di merci illegali”. Ci sono circa 750 ettari di terreno da sfruttare a vario titolo per attrarre multinazionali straniere che ancora tentennano nella scelta di Gioia Tauro come loro hub principale.

Viene da chiedersi se un investimento così cospicuo, circa 70 milioni di euro, sia giustificabile per un solo progetto della regione Calabria a discapito di altre aree di intervento quali la sanità o l’edilizia scolastica per fare degli esempi.

Ai microfoni di Strettoweb, l’on. Fedele risponde che il World Trade Center e in generale il rilancio del porto di Gioia Tauro sono una delle carte vincenti della Calabria per guardare al futuro e al progresso, un investimento che attirerà denaro oltre al prestigio per tutta la regione. “Roma non deve ricordarsi di Gioia Tauro solo per il trasbordo della armi chimiche” dichiara Fedele, ma è necessaria una programmazione di sviluppo di medio e lungo periodo in cui il World Trade Center rientra senza ombra di dubbi.

Abbiamo già perso, salvo ulteriori sviluppi, la possibilità di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina, non possiamo tirarci indietro” conclude Fedele.

Lo staff del progetto guidato dal responsabile scientifico prof. Giuseppe Fera, dal direttore del DARTE prof. Gianfranco Neri, da ricercatori e tesisti, mostra come trasformare il porto di Gioia Tauro da transhipment, ruolo attuale di smistamento merci, a polo logistico integrato che potrebbe adempiere ad un ventaglio più ampio di attività che farebbero di Gioia Tauro il primo porto della Calabria e del Mediterraneo nel giro di pochi anni.

Nello studio di fattibilità, sono state analizzate tante sfaccettature del futuro World Trade Center come le funzioni, lo spazio da mettere a disposizione, il rapporto costo/benefici, e l’impatto ambientale. Tutte caratteristiche di stampo economico-sociale che portano la firma dell’ateneo reggino, che, come sottolineato in conferenza stampa, ha la stoffa per essere promotore del progetto.

Il World Trade Center è stato pensato per assolvere funzioni di base come ospitare uffici, centri fieristici e show room aziendali, ma anche funzioni integrate come alberghi e centri relax per gli utenti del porto. Dovrà insomma essere un amplificatore per la business community territoriale, di cui la Calabria ha bisogno, ma di cui restano in bilico i tempi di realizzazione.

 

 

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