Reggio, provocazione di Putortì: “Eliminiamo le elezioni”

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elezioni regionali“Nonostante la grave crisi in cui sta affondando la città di Reggio (nonché l’Italia)- afferma Fabio Putortì,  presidente del M.I.T.I. Lega Sud– che spinge sempre più cittadini in preda alla disperazione a causa della mancanza di quei diritti fondamentali quali lavoro, casa, sanità e qualsivoglia altro servizio pubblico, si può assistere contestualmente all’operosità della solita fazione di cittadini che in barba ai più bravi circensi, si lanciano in mirabolanti giravolte politiche. ..Già la politica! ..ormai al solo sentir pronunciare questa parola molti cittadini provano ribrezzo, alcuni progressisti col timore di suscitare accuse o dissensi, usano in modo puritano la definizione “evento apolitico o sociale”. Ma allora tutti dovremmo chiederci chi ha coperto d’infamia questa parola e da quando non è più opportuno utilizzarla? ..certo la ricerca appare ardua e troppo dispersiva, pertanto è più conveniente guardare al presente e soprattutto al futuro.
Per questo oggi vorrei lanciare una provocazione- continua- per contribuire alla riscoperta della politica (vera) e della società, ..ELIMINIAMO LE ELEZIONI! ..
già proprio così, specialmente in forza del fatto che una commissione prefettizia sta abbandonando il Comune reggino nelle mani delle stesse forze politiche e dello stesso meccanismo che sono stati artefici del suo declino, io mi chiedo qual è il significato di questa urgenza di andare al voto, soprattutto dopo il massiccio astensionismo che ha dominato le ultime elezioni e la presenza oggi di candidature che non rispecchiano la volontà della maggior parte dei cittadini ed i fondamentali principi di uno Stato Democratico? ..
Perché vi è un silenzio delle Prefetture calabresi in tutto ciò, (eccetto quella di VV che ha dato un chiaro segnale), perché non si cerca prima di fare un po’ di pulizia “in casa”, (magari con l’ausilio di qualchMicrosoft Word - Elezioni - Fac-simile scheda elettoralee onorata divisa in più ed un pool “volenteroso”), di risolvere le varie emergenze e solamente dopo preoccuparsi di chiedere ancora la fiducia? ..certo queste considerazioni possono apparire blasfeme agli occhi di quelle forze politiche, ormai prive di una opposizione, che oggi “democraticamente” esigono di occupare una poltrona in un apparato pubblico ed istituzionale dove ormai di pubblico entrano solo i soldi degli italiani, mentre in uscita si fanno solo “servizietti”. Ed in ragione di questo motivo che ci appare corretto e doveroso lanciare un appello ai calabresi e gli italiani in genere, che non si rispecchiano più nella riduttiva equazione “politica = elezioni”, invitandoli ad abbracciare il concetto che la “Riforma della società” purtroppo oggi in Italia, non va cercata nei simboli o nei singoli, posti a capo di partiti o di movimenti, la cui maggior parte si nutre di voti e finanziamenti, più che di ideali o finalità sociali, per non parlare della costellazione dei vari enti associativi costituiti ad hoc, i quali rappresentano sostanzialmente delle protuberanze dei partiti e che in realtà non aggregano ma piuttosto dividono i singoli.
Nondimeno se queste affermazioni non appaiono dei vaneggiamenti alla maggioranza della popolazione onesta ed incorruttibile, allora è necessario attivarsi tutti personalmente per avviare un reale cambiamento, cominciando col pretendere una concreta partecipazione all’azione istituzionale, attraverso il rispetto di quelle leggi, regolamenti e statuti, elaborati a livello Locale, Nazionale e Comunitario che sanciscono quei principi fondamentali ed imprescindibili sulla sovranità popolare, sulla trasparenza e partecipazione dei cittadini all’azione amministrativa, nonché prevedono l’obbligo per le Istituzioni e le P.A. di vincolarsi a rispondere in tempi brevi, ma soprattutto dobbiamo pretendere la reale applicazione nel settore pubblico del principio giuridico della responsabilità personale, per poi passare a sancire l’obbligo della Personalità giuridica per i partiti e sindacati, regionali e nazionali, (nonché per tutte le associazioni che si nutrono di finanziamenti pubblici), finendo in ultimo col “depurare” una volta per tutte il concetto di mediazione forzata che oggi trova la sua massima espressione in un sistema elettorale e partitico che disgrega la solidarietà sociale, nonché allontana i cittadini dai palazzi istituzionali, specialmente attraverso soglie di sbarramento, vincoli antinominali, coalizioni di convenienza ed illusioni finanziarie. Insomma italiani riprendiamoci la nostra Repubblica Democratica, non con il solo voto ormai mortificato del suo contenuto democratico, ma con la partecipazione incondizionata!”

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