Reggio: Confindustria boccia tutte le candidature in campo e lancia un patto civico per salvare la città

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Le cure che la politica annuncia di voler somministrare alla nostra Città appaiono oggi più che mai oscure, vaghe, insufficienti.

Sono trascorsi due anni dal commissariamento del Comune che, lungi dal raggiungere gli obiettivi annunciati dal ministro dell’Interno dopo lo scioglimento del civico consesso, non ha risolto nessuno dei problemi che hanno messo a rischio la tenuta sociale ed economica di Reggio Calabria.

La nostra comunità è oggi prostrata dalle conseguenze dell’assoluta paralisi politico-amministrativa; una condizione che, associata alla congiuntura negativa internazionale perdurante da oltre sei anni, ha sfibrato il tessuto produttivo reggino e allentato la tenuta complessiva del sistema cittadino.

Reggio ha bisogno di un immediato cambiamento che la porti a essere finalmente governata con capacità, competenza, passione e tensione morale verso il Bene comune. L’occasione del rinnovo del consiglio comunale, in programma il prossimo 26 ottobre, può rappresentare in questo contesto una grande opportunità o, viceversa, un’occasione sprecata, dopo la quale difficilmente verrà concessa un’altra chance di riscatto.

Reggio non può concedersi il lusso di perdere altri cinque anni. La Città, così, rischia di implodere con conseguenze catastrofiche, forse esiziali per questo lembo di territorio dello Stato italiano che si sente sempre più isolato, sempre più abbandonato a se stesso, sempre più distante dal resto del Paese.

Di fronte a tutto questo, gran parte della politica ha svelato nuovamente la sua inadeguatezza. Gli Industriali di Reggio Calabria ritengono che nessuna delle candidature oggi in campo risponda all’esigenza di garantire alla Città un futuro migliore: l’unico progetto politico che tutti dovrebbero perseguire, prefiggendosi l’obiettivo di curare gli interessi dei reggini.

Il dibattito che si è sviluppato all’interno degli schieramenti politici tradizionali, negli ultimi tre mesi, non ha neppure sfiorato i problemi di Reggio e dei suoi cittadini. Si è invece incentrato, more solito, sulla pura e passiva passerella, sulla ricerca del potere per il potere e sulla conduzione di lotte, spesso portate avanti all’interno delle coalizioni e dei singoli partiti, per l’acquisizione di una primazia personale.

La Città è sempre rimasta sullo sfondo, relegata a una condizione di inutile scenografia di una scadente rappresentazione teatrale i cui protagonisti non hanno espresso un pensiero o un’idea, un moto di entusiasmo o un fiotto di intraprendenza.

A Reggio, invece, occorrono adesso attori e caratteri forti, per farla tornare al centro del proscenio, recuperando un ruolo centrale a livello nazionale e salvando il rapporto tra la classe dirigente e i cittadini, ormai consunto, deteriorato.

Riguardo all’attuale parterre di candidati a sindaco, sconcertano l’assenza di programmi e l’inconsistenza delle proposte. Reggio non merita tutto questo. Reggio non può permettersi di versare anche questo prezzo. La Città è reduce da una lunga fase in cui le contrapposizioni politiche sono sfociate in una forma di odio che ha lasciato solo macerie.

Il compito più importante, per chi andrà ad assolvere il delicato compito di amministrare il Comune, dovrà essere quello di avviare una paziente e certosina opera di ricostruzione di rapporti politici sani, attraverso il ruolo fondamentale delle Istituzioni, dei corpi sociali intermedi e della società civile.

Serve, ad avviso degli Industriali, un governo di salute pubblica, aperto alle forze politiche di buona volontà, che vada oltre gli schieramenti e che porti ad aggregare, in un unico fronte, tutte le energie positive della Città. Ovvero le forze che si riconoscono nel principio di legalità e nei valori del lavoro, della solidarietà, della democrazia, del rispetto della dignità dell’individuo come espressione di una comunità cittadina che ripudia la ‘ndrangheta ma rifiuta al contempo, con fermezza e decisione, gli inaccettabili pregiudizi che esistono contro i reggini e, più in generale, contro i calabresi.

Il nuovo Sindaco dovrà essere una figura forte, in grado di rappresentare ai massimi livelli istituzionali le esigenze di questo territorio. Una personalità carismatica, la cui autorevolezza sia espressione del proprio vissuto, di una storia personale cristallina, di una chiara competenza e della capacità di essere d’esempio per gli altri.

Il nuovo Sindaco, per gli Industriali, dovrà aver dato prova con i fatti di saper affrontare e risolvere i problemi, come solo – riteniamo presuntuosamente – una mentalità imprenditoriale può fare, perché votata al rischio, all’intraprendenza e all’assunzione di responsabilità. Il nuovo Sindaco di Reggio dovrà essere un capitano coraggioso. Un uomo libero, che abbia già scritto la propria storia e che non cerchi né conferme, né potere, né denaro. Un Sindaco che non persegua le proprie ambizioni personali o di gruppi circoscritti, ma solo il Bene comune da realizzare con spirito di servizio. Un Sindaco che sia primus inter pares.

Siamo convinti che la Città abbia espresso ed esprima tuttora personalità imprenditoriali e professionali degne di rappresentarla con la fascia tricolore. Un ruolo che escludiamo possa essere ricoperto da chi oggi riveste cariche apicali all’interno del mondo associativo, pur riconoscendone e apprezzandone il lavoro svolto fino a oggi, che dovrà continuare a essere portato avanti con altrettanta competenza, serietà e passione.

Confindustria Reggio Calabria ha svolto in tutti questi mesi un ruolo di supplenza rispetto a una politica distratta e assente e di stimolo nei confronti dell’opinione pubblica, rappresentando uno dei pochi punti di riferimento per una città smarrita e disorientata.

Continuerà a farlo attraverso chi fino a oggi l’ha pienamente rappresentata e proseguirà nella propria azione istituzionale con la freschezza delle idee, con competenza e con passione civile.

Al contempo, però, gli Industriali lanciano un appello rivolto a tutte le realtà virtuose della Città, a cominciare da quelle politiche, istituzionali, sociali, culturali e religiose, per un nuovo patto civico e per avviare un progetto politico fondato sui contenuti e sui programmi, in grado di coagulare il consenso attorno a una figura che governi Reggio non seguendo i riti della vecchia politica ma, semplicemente, amministrando bene.

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