Una partita di cui abbiamo già ampiamente parlato per quanto accaduto in campo, quella di ieri sera tra Reggina e Barletta, con gli amaranto costretti ancora una volta a rinviare l’appuntamento con la vittoria al Granillo, una vittoria che manca dal 1° febbraio scorso (Reggina-Lanciano 1-0), poi in 13 partite ufficiali soltanto 5 pareggi (tre nello scorso campionato, due quest’anno) e 8 sconfitte (una quest’anno in campionato, una quest’anno in Coppa Italia e 6 nello scorso campionato).
Ma quella di ieri sera è stata la partita della storica spaccatura tra gruppi Ultras, ampiamente annunciata nei giorni che avevano preceduto il match. Una gran parte del tifo organizzato con i vecchi gruppi storici della tifoseria amaranto, infatti, ha deciso di spostarsi in Tribuna Est, la vecchia gradinata, mentre una piccola parte (i “nuovi” Ultras, i gruppi che hanno seguito e incitato la squadra negli ultimi anni quando invece la “vecchia guardia” aveva abbandonato il Granillo) è rimasta in Curva Sud. Ognuno ha tifato per conto proprio, con cori differenti, in un clima surreale in cui il pubblico (2.540 spettatori presenti sugli spalti, di cui 2.213 abbonati) non trova un punto di riferimento che riesca a trascinare tutto lo stadio come invece accadeva una volta, nei tempi d’oro della Curva Sud, quando rappresentava il 12° uomo in campo. E nonostante sui social network in tanti provano a buttare acqua sul fuoco, in realtà non sono mancati anche gli screzi tra i due gruppi di tifosi divisi in differenti settori, basti pensare ai fischi della Curva Sud quando la squadra a fine gara è andata a salutare e ringraziare i tifosi della tribuna Est, prima di spostarsi poi anche sotto la Curva. Dopotutto i dissidi erano iniziati già durante il derby Reggina-Messina di due settimane fa, quando in Curva Sud s’era verificata una vera e propria rissa: una situazione non certo edificante che ci auguriamo rientri al più presto, per restituire alla Reggina una tifoseria unita e compatta con l’unico obiettivo di incitare e sostenere la squadra.
Le foto di StrettoWeb (© Ketty D’Atena):
