‘Ndrangheta, Gratteri: “pericolo zona grigia”

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nicola gratteriLa pericolosita’ della ‘zona grigia’, la commistione sociale che ne deriva, con figli o figlie di riconosciuti e riconoscibili capi ‘ndrangheta, che impalmano figli o figlie di altrettanto conosciuti esponenti della borghesia” e’ stata evidenziata dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa per illustrare gli esiti dell’operazione contro le cosche Commisso e Aquino. “E’ un sintomo chiaro – ha aggiunto – di come la ‘ndrangheta voglia scalare la ‘buona societa”, poiche’ cosi’ e’ velare gli ‘affari’ e rendere piu’ evidente il prestigio sociale“. “Dall’operazione – ha detto poi Gratteriemerge uno spaccato tipico del modo di agire della ‘ndrangheta e dei suoi sistemi di ‘persuasione’. Tra gli arrestati figura il passato, il presente e forse anche il futuro delle cosche Commisso e Aquino, come si evince dall’arresto di Rocco Carlo Archina’ storico sodale dei Commisso, e prima ancora della sua morte di Antonio ‘ntoni Macri’, capo storico della ‘ndrangheta, fondatore del ‘Siderno group’, trucidato a Siderno mentre giocava a bocce“. Rocco Carlo Archina’ fu uno degli arrestati nell’autunno del 1969 durante il summit di Montalto, in Aspromonte, quando venti poliziotti interruppero quello che fu definito un vertice tra i rappresentanti di tutta la ‘ndrangheta reggina per tratteggiare i nuovi scenari criminali e le nuove regole spartitorie. “La ‘ndrangheta – ha detto ancora Gratterisi conferma ancora una volta struttura orizzontale, dove ogni cosca ha un proprio territorio di influenza su cui regna sovrana. Certamente non mancano i momenti di consultazione tra le varie ‘ndrine, ma il principio rimane che ognuno e’ ‘padrone’, e responsabile, a casa sua”. “E’ una ‘ndrangheta – ha detto il questore Guido Longoche tenta con ogni mezzo di alterare il libero mercato: estorce, minaccia, danneggia, inquina pesantemente quanto di positivo matura sul territorio e cerca di imporre con la forza delle armi i suoi desiderata“. Raffaele Grassi, direttore centrale dello Sco, ha sottolineato “la forte attenzione dello Stato sul territorio, in particolare in Calabria. Intendiamo non solo fare terra bruciata attorno ai latitanti – ha detto – ma liberare chiunque sia soffocato dall’intrusione della ndrangheta e dalla sua asfissiante presenza”.

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