Ciccio Cozza sta facendo molto bene con la Reggina: è la squadra più giovane del campionato, la società l’ha allestita con grossi limiti dopo il rischio del fallimento evitato dal Presidente Foti sul filo del rasoio nel mese di luglio. La Reggina, quindi, ancora viva, s’è riuscita ad approcciare al campionato di Lega Pro ed ha anche allestito una buona squadra, con elementi validi soprattutto a centrocampo e in attacco. Dopotutto è un organico in gran parte giovanissimo, prodotto dai “frutti” del vivaio del Sant’Agata, sicuramente motivo d’orgoglio per l’officina foriera di tutti i grandi successi amaranto, ma anche elemento che deve portare tutto l’ambiente ad avere pazienza perché questo è l’anno zero, i giovani per vincere devono crescere ed è difficile immaginare una Reggina competitiva con le grandi corazzate (Benevento, Salernitana, Catanzaro e Lecce) o anche con formazioni allestite per puntare in alto con considerevoli risorse economiche (Matera, Casertana e Juve Stabia).
Nonostante tutto, Cozza sta facendo davvero un ottimo lavoro: la Reggina nelle prime 6 partite di campionato ha raccolto 5 punti comunque utili a mantenersi fuori dalla zona playout (il primo obiettivo stagionale è la salvezza e non potrebbe essere diversamente dopo un’estate così travagliata), ma per come ha giocato sul campo ne avrebbe meritati 10 in più (3 con Messina e Juve Stabia, 2 con Casertana e Barletta). La squadra ha dominato tutti gli avversari compreso il Lecce nel primo tempo, giocando con autorevolezza anche in trasferta, pagando una sfortuna incredibile e anche qualche ingenuità di troppo.
Le ingenuità più gravi, ed è questo il paradosso, le hanno commesse gli uomini di Cozza: Masini in attacco e Crescenzi in difesa. Sono i due pupilli di Cozza, gli unici due acquisti voluti dal mister, indicati alla società che lo ha subito accontentato per soddisfare le proprie richieste. L’attaccante ex Catanzaro ha fallito tanti gol facili, con errori clamorosi ad un passo dalla porta contro la Casertana e contro il Lecce. Gol più facili da segnare che da sbagliare, che poi la squadra ha pagato caro. Cozza l’ha sempre difeso, spiegando che il 4-3-3 non è il modulo adatto per lui, che ha bisogno di due esterni che mettono palloni in mezzo ma poi proprio ieri che ha scelto il 3-5-2, ha deciso di lasciarlo in panchina.
Crescenzi è apparso più volte il punto debole della difesa, e ieri a Castellammare ha commesso un errore da dilettante, facendosi superare da Di Carmine che era l’unico uomo avversario nell’area di rigore reggina, per giunta spalle alla porta. E’ arrivato lì il gol del pareggio delle “Vespe”, che fino a quel momento non si erano mai avvicinate all’area di rigore amaranto. Mancavano poco più di 30 minuti alla fine di una partita letteralmente dominata dagli amaranto che erano in vantaggio grazie al gol di Armellino. Ennesima beffa poi nel finale la vittoria dei padroni di casa.
Se però Crescenzi e Masini stanno deludendo, sicuramente non gli si può rimproverare l’assenza di impegno: devono applicarsi e migliorare così come tutta la squadra. Il loro valore non è in discussione, Masini di gol in Lega Pro ne ha fatti a caterve in carriera, per giunta è uno dei più esperti della squadra, bisogna quindi capire il perché di questo rendimento e dare una svolta alla sua stagione.
La nota positiva delle ultime due partite, dopo l’infortunio di Di Michele, è sicuramente Adriano Louzada: il giovane 20enne brasiliano prodotto del vivaio amaranto finalmente sta facendo vedere cos’è in grado di fare, dopo il buon inizio di stagione dello scorso anno in serie B. Migliore in campo e uomo più pericoloso della squadra sia contro il Barletta che ieri a Castellammare, Louzada si sta ritagliando uno spazio importante al punto che riteniamo difficile – se continuerà così – che Di Michele al suo rientro dopo l’infortunio, ritrovi automaticamente il posto da titolare. Ovviamente anche Adriano deve migliorare, soprattutto in area di rigore, deve essere più cattivo nel centrare la porta per concretizzare tutto ciò che di buono riesce a fare nel resto del campo.
L’abbiamo scritto dopo Barletta e lo ribadiamo oggi, dopo un’altra sconfitta: Reggina, devi insistere. Se le prestazioni saranno così buone, lo scriveremo anche se la squadra dovesse scivolare all’ultimo posto della classifica. Il calcio ha delle regole semplici e se vogliamo banali. Una squadra che gioca bene, raccoglie sempre i risultati e i frutti del suo gioco. Può essere sfortunata una volta, due o tre. Ma alla fine i valori emergeranno. La Reggina sta giocando non bene, ma di più: benissimo. Deve insistere su queste performance, limando quelle ingenuità che stanno costando care e che da una squadra così giovane ci si doveva aspettare dall’inizio. E poi, s’è possibile, visto che Lourdes è lontano, una capatina nella vicina Bagnara non farebbe male: questa squadra, da qualche anno, c’ha addosso il malocchio di qualcuno potente. Episodi come quelli di ieri lasciano senza parole. La Reggina deve essere più forte anche della sfiga, perché questa squadra – nonostante la penalizzazione in arrivo (dovrebbero essere 4-5 punti, su cui poi la società farà ricorso per averne alcuni restituiti nel corso della stagione, ma occhio che anche altre squadre del campionato stanno aspettando la penalizzazione) – non avrà problemi a salvarsi, ma è un peccato vederla giocare così bene ma essere lontana dalla zona playoff.